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150 | pensieri | (46-47) |
tica che in quell’altro non ci fu punto, e finalmente erigerlo, continuarlo e finito conservarlo in mezzo a infinite cose (come letture necessarie, discorsi, commercio usuale per negozi ec. trattenimenti, conversazioni corrotte secondo il solito, corrispondenze, ascoltazione di discorsi altrui ec. ec.) che lo contrastano, tanto piú pericolose quanto vi richiamano a quell’altro abito prima già fatto, onde il luogo resta sempre lubrico ed è facile lo scivolare nel cattivo. E cosí è necessarissimo lo studio per ben servirsi di quella natura, senza la quale bensí non si fa niente, ma colla quale sola avreste ben forse potuto quasi tutto, ma non potete piú nulla, anzi meno del nulla, giacché non potete non far male, a cagione dell’abito inevitabile fatto contro di lei.
* La grazia non può venire altro che dalla natura, e la natura non istà mai secondo il compasso della grammatica, della geometria, dell’analisi, della matematica ec. Quindi la scarsezza di grazia nella lingua francese tutta analitica e tecnica e regolare, e diremo angolare, massima scarsezza nell’esteriore dello stile, e poi anche nell’interiore ec., se bene se ne compensano col nominar la grazia venti volte per pagina, e (47) non c’è un libro francese dove non troviate a ogni occhiata grace, grace, massime parlando dei libri della loro nazione, encomiandoli ec.: grace, grace, mi viene allora in bocca, et non erat grace (pax pax et non erat pax, ma non so se cosí veramente dica S. Paolo, o qual altro scrittor sacro). Vedi questi pensieri p. 92-94.
* Stridore notturno delle banderuole traendo il vento.
* Si suol dire che la resistenza stimola e dà forze di compire e condurre a fine quello che si è tentato.