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312 | ESCHILO |
Pag. 25, v. 2. - Intendo: faccia sí che non si cada in servitú dei figli d’Egitto: e rechi questo annunzio a noi che, dunque, saremo libere.
Pag. 26, v. 4. - La tutela degli stranieri si esercitava dagli ospiti. In epoche piú recenti, ogni città designava magistrati incaricati della tutela di tutti gli stranieri. Si chiamarono pròsseni.
Pag. 33, v. 2. - Le Danaidi vogliono dire che cominciare a vedere le attenuanti dei nemici di chi implora, significa volersi interessare poco della sua sorte.
Pag. 33, v. 8. - Poppa della città sarebbe l’altare. Vedi i versi I sg. de: I Sette a Tebe.
Pag. 34, v. 5 sg. - Questo brano fu imitato, parrebbe, da Eupoli nelle Capre. «Vede un lupo? — Alza un belato, e lo dice al pastore (Framm. 1).
Pag. 36, v. 6. - Questo superno custode è il Ζευς ξένιος καὶ ἰκέσιος, protettore degli ospiti e dei supplici.
Pag. 39, v. 13-14. - Espressione immaginosa, per dire che gli eventi sono oramai a tal punto.
Pag. 48, v. 1. - Il pascolo di Giove è l’Egitto.
Pag. 53, v. 3. - Il vigile invitto signore delle vendette è Giove.
Pag. 58, v. 2. - Il testo dice: Βύβλου δὲ καρπὸς οὔ κρατεῖ στάχυν. Intendo che le due piante siano assunte come rispettivi simboli dei due paesi; asserendosi che, come il grano è piú nutriente del papiro, cosí gli Argivi valgono piú degli Egiziani.
Pag. 70, v. 4. - Invece di pascere, noi diremmo allogare.
Pag. 71, v. 6. - Il voto è concepito quasi come una tabella, che si può infiggere alla parete.
Pag. 71, v. 15. - La invenzione dello ζὔτος (o βρῦτον, o μέθυ κρίθινον) si attribuiva agli Egiziani, i quali ad ogni modo pare fossero gran bevitori di questa specie di birra d’orzo.
NOTE AI “PERSIANI„
Pag. 90, v. 5. - Il tragitto d’Elle Atamantide è l’Ellesponto. Assai nota è la favola d’Elle e di Frisso.
Pag. 91, v. 2-3. - Per la somiglianza dei nomi, i Greci facevano discendere i Persiani da Perseo, nato, come tutti sanno, da Danae, fecondata dalla pioggia d’oro.