Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) I.djvu/87

48 ESCHILO

bosco di Giove, al pascolo8
cui la neve feconda, ove s’abbatte
la furia di Tifone,
ed all’acque del Nil dai morbi intatte,
come furente Mènade
per il pungolo d’Era che la stermina,
per l’obbrobrio, che il suo viso scompone.

Antistrofe III
Le genti che dominio
su quella terra aveano allor, per livido
terrore sbigottirono,
di quella fiera all’insuëta vista:
ché aveva ella figura
di giovenca e di donna insiem commista.
E innanzi al mostro, stettero
meravigliate. D’Io raminga e misera
punta dall’estro, allor chi si die’ cura?

Strofe IV
Giove, signor degl’infiniti secoli
compie’ tale prodigio.
Ei con l’onnipotente
sua forza, egli con l’alito
suo divin, delle lagrime
vituperose estinse la sorgente.
Ed Io grave del germine celeste
un impeccabil pargolo
a luce die’. Non son favole queste.