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210 Sonetti del 1831

LA COMPAGGNIA DE VASCELLARI.1

     Si ccaso mai, sor faccia de pangiallo,2
L’arreggèmo noi puro er bardacchino.3
Ch’edè?4 nun zémo indeggni5 de portallo?
E vvoi chi sséte? er fio6 der re Ppipino?

     Nun t’aricordi ppiù, bbrutto vassallo,7
De quelli scarponacci da bburrino,8
Quanno a le mano sce tienevi er callo
E mmaggnavi a ppagnott’-e-ccortellino?9

     Oggi che cc’è er Zantissimo indisposto,10
Potressi armanco usà pprudenza, e a cquelli
Che sso’ pprima de té, ccedeje er posto.

     Er bardacchino tocca a li Fratelli
De Segreta:11 epperò, ssor gruggno tosto,
Levàtevesce fòr da li zzarelli.

Roma, 23 novembre 1831.

  1. Confraternita de’ Vasellai. [Sul de, di, per dei, si veda la nota 1 a pag. 60 del vol. VI. “Questa confraternita, dopo il vespero del martedì fra l’ottava del Corpus Domini, celebra solennemente la processione con magnifico stendardo e molto sfarzo di cera, la quale processione, con volgare e impropria denominazione è detta dei boccaletti, perchè i vasellari che la compongono fanno ancora i boccali, o vasi di terra cotta, per uso e misura del vino e cose simili; processione in vigore e alquanto eclatante.„ Moroni, Dizion., vol. LXXXIV, pag. 232. Ma il Moroni tace che questa e altre simili processioni erano anche eclatanti per le molte sbornie, e spessissimo anche per le risse e le coltellate, a cui davano occasione, soprattutto per le gare di preminenza tra confratelli, come appunto si vede nel presente sonetto, e meglio ancora nell’altro: La priscission ecc., 15 mar. 34.]
  2. [Un dolce che si fa per le feste di natale, con mandorle, uve passe, zafferano, ecc.]
  3. [Lo reggiamo noi pure, cioè: “lo reggo anch’io con gli altri Fratelli di Segreta„ (V. la nota 11), il baldacchino, sotto il quale si porta in processione il Sacramento.]
  4. Che è?
  5. Degni.
  6. Figlio.
  7. [Becero, mascalzone.]
  8. [Villano. V. la nota 4 del sonetto: Le lingue ecc., 16 dic. 32.]
  9. [È raro anche adesso che si veda per la strada un popolano, e specialmente un manuale o un muratore, mangiare il pane, senza tagliarlo boccone per boccone col coltello, il quale gli tien quasi luogo di companatico, quando non ne abbia altro. Tagliato così, dicono che il pane è più saporito; e dev’esserlo realmente, perchè si può masticar meglio. Di qui la frase, comune tuttora: maggnà pane e ccortello. Dal tener poi la pagnotta sotto il braccio sinistro, quando hanno la mano destra impedita dal coltello e la sinistra dal companatico, è derivata l’altra frase: maggnà a bbraccetto. Cfr. vol. VI, pag. 54, nota 14.]
  10. [Invece di esposto.]
  11. [Che formano il consiglio amministrativo o direttivo della confraternita.]