La priscission der Corpus-Dommine

Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura La priscission der Corpus-Dommine Intestazione 8 novembre 2024 75% Da definire

Compatìmose San Giuvan-de-ggiugno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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LA PRISCISSION DER CORPUS-DOMMINE.

     Perchè ll’antr’anno in certa priscissione1
Sce successe un tantin d’ammazzamento,2
Mo ar tronco3 e a lo stennardo4 sto scontento
De Papa j’ha da dà l’inibbizzione!5

     Leva tronco e stennardo, e in un momento
Nun ce resta ppiù un c.... divozzione.
Sarebbe meno male in cuncrusione,
De levà dda la coda6 er Zagramento.

     Ner portà bbene lo stennardo e ’r tronco
Llì sse vedeva l’omo, eh sor Diopisto?7
E ssi uno era svertro8 oppuro scionco.9

     Ma mmo cche nnun c’è ppiù ttronco e stennardo
E nun ce resta che cquer po’ de Cristo,10
Le priscissioni io?! manco le guardo.

15 marzo 1834.

Note

  1. Della Confraternita di...
  2. La destinazione dello stendardo e del tronco [V. le note 3 e 4], ambita ardentemente da tutti i confratelli, specialmente dai più giovani che amano far pompa di destrezza innanzi alle case delle loro belle, è stata sempre un soggetto d’impegni, alterchi, e non di rado, accoltellamenti.
  3. Enorme croce di carta-pesta, foggiata in due grossi tronchi d’albero nella loro rozzezza naturale.
  4. Gran gonfalone della Compagnia, portato a due aste.
  5. Corse voce che per causa della rissa accaduta fra i confratelli nominati alla nota 1, il Papa avesse abolito l’uso di dette due insegne.
  6. Dal fine [della processione, si sottintende].
  7. Teopisto.
  8. Svelto.
  9. Cionco.
  10. Gran crocifisso, addobbato, per solito da monache, di bende e di frangie.