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SERMONE SULLA MITOLOGIA 211

     Che fior tra i dumi1 del dolor cresciuti.
45Tempo già fu2, che, dilettando, i prischi
     Dell’apollineo culto archimandriti
     Di quanti la Natura in cielo e in terra
     E nell’aria e nel mar produce effetti,
     Tanti Numi crearo: onde per tutta
     50La celeste materia e la terrestre
     Uno spirto, una mente, una divina
     Fiamma scorrea, che l’alma era del mondo.
     Tutto avea vita allor, tutto animava
     La bell’arte de’ vati. Ora il bel regno
     55Ideal cadde al fondo. Entro la buccia3
     Di quella pianta palpitava il petto
     D’una saltante Driade; e quel duro
     Artico4 Genio destruttor l’uccise.
     Quella limpida fonte uscía dell’urna
     60D’un’innocente Naiade5; ed, infranta
     L’urna, il crudele a questa ancor diè morte.
     Garzon superbo6 e di sé stesso amante
     Era quel fior; quell’altro al Sol converso,
     Una ninfa, a cui nocque esser gelosa1.
     65Il canto che alla queta ombra notturna7
     Ti vien sí dolce da quel bosco al core,
     Era il lamento di regal donzella8
     Da re tiranno indegnamente offesa.

46. Del poetico impero archimandriti.

48. E nell’aere e nel mar

54-5. Ln bell’arte de’ vati. Entro la buccia.

55. genio distruttor.

59-60. uscía dall’urna D’un’amorosa Naiade;

69. Il canto che alla queta ombra dal bosco Ti vien sí dolce nella notte il core Era il lamento di real donzella Da re tiranno indegnamente offesa. Fanciul superbo e di sé stesso amante Era quel fior: quell’altro al sol converso Una ninfa a cui nacque esser gelosa. Quel lauro

    Cfr. Parini Merig., 666.

  1. 44. dumi: spine.
  2. 45. Tempo già fu' ecc.: Cfr. Leopardi Alla primavera, v. 20 e segg. — dilettando: Le favole antiche non furono già croato da’ primi poeti (dell’apollineo culto archimandriti), e per dilettare; ma furono da loro accolte e celebrate perché erano stato ed erano il fondamento della loro religione e moralità.
  3. 55. Entro ecc.: cfr. la nota al V. 97, p. 190.
  4. 58. Artico: boreale.
  5. 60. Naiade: Le Naiadi (gr. náo, néo: scorro, nuoto) erano le dee dei fiumi e delle fonti.
  6. 62. Garzon ecc.: Narciso che innamorò di sé stesso e fu convertito nel fiore che porta il medesimo nome. Cfr. Ovidio Metam. III, 402.
  7. 65. Il canto ecc.: Leopardi Alla Prim., 69: «E te d’umani eventi Disse la fama esperto, Musico augel che tra chiomate bosco Or vieni il rinascente anno cantando, E lamentar nell’alto Ozio de’ campi, all’aer muto e fosco, Antichi danni e scellerato scorno, E d’ira e di pietà pallido il giorno».
  8. 67. di regal donzella ecc.: di Filomena, figlia di Pandione re d’Atene, violata dal re di Tracia, Tereo, che venne poi convertita dagli dei in usignolo. Cfr.