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On ne peut contenter tout le monde et son père: arguta sentonza francese, informata al solito senso di esagerazione che è proprio di quella lingua: non è possibile operare in modo da accontentare tutti. V. Pascal, ottava delle Lettere Provinciali, V. La Fontaine, Favole (Le Meunier et son fils.)

On n’est trahi jamais que par les siens: a questo modo francese, non infrequente, corrisponde l’italiano: dagli amici mi guardi Iddio chè dai nemici mi guardo io. [testo greco]: famoso verso di Menandro, conservatoci da Plutarco (fragm. 124, ed. Kock). Quem dii diligunt adolescens moritur (Plauto, Bacch. IV, 7, 8). Muor giovane colui ch’al ciel è caro, tradusse il Leopardi mettendolo a motto della lirica Amore e Morte.

Onor d’Imperatori e di Poeti: così il Petrarca (Sonetto CCXXV, ed. Mestica) chiama l’alloro (indicato anche coi fegatini nel loro omento). Verso fatto popolare.

On revient toujours | à ses premiers amours: (Étienne, Joconde, musica di Jsouard a. III, sc. I) motto francese, divenuto proverbiale anche fra noi, specialmente quando si vuole significare, con modo faceto, il ritorno alle abitudini di un tempo.

Onta: nella locuzione ad onta, per nonostante, malgrado, è modo ripreso, appunto per il grave senso della parola onta che mal si adatta a lieve senso di avversione. Mal detto: «venne ad onta del cattivo tempo», ben detto: «la virtù trionfa ad onta dell’invidia». (N.B. Rarum!).

Ontogenìa od ontogénesi: voci universali, usate in biologia ed in filosofia: introdotto dall’Haeckel e formate dal greco [testo greco] = ente, e [testo greco] = genere. Servono queste parole ad indicare lo sviluppo dell’individuo in opposizione allo sviluppo della specie (Filogenesi). In altri termini l’ontogenesi è un compendio più o meno ampio della evoluzione della specie. Così ad esempio, l’uomo, nell’utero materno, passa attraverso varie forme dell’essere animale prima di giungere a quello stadio ultimo che lo caratterizza (Rosmini).

Ontologia: ([testo greco], ente e [testo greco], scienza) voce universale del linguaggio filosofico: la dottrina o scienza di ciò che in realtà esiste ed è conosciuto.

Opera: come termine del linguaggio musicale, indica un «lavoro artistico por eccellenza, nel quale si associano un’azione drammatica e la poesia alla musica, la danza la mimica alla pittura: si distingue in biblica, idillica, semiseria, buffa, romantica, nella leggenda e nell’operetta. Il primo saggio si ebbe in Firenze colla Dafne (1584), poesia di Rinuccini, musica di Jacopo Peri. Gli stessi diedero poi, nel 1600, la Euridice» (A. Galli, op. cit.). Opera, adunque, parola di Creazione italiana in tale senso, si estese poi agli altri linguaggi d’Europa con i suoi suoni italici. È il dominio dell’idea e del pensiero che è indicato dal dominio della parola.

Opere vive: (term. mar.) la carena, cioè le parti della nave che stanno al disotto del piano di galleggiamento, contraposto ad opere morte, che son quelle che stanno al di sopra dell’acqua: le prime sono vitali alla stabilità della nave, le seconde possono senza grave danno essere tolte; onde i nomi.

Oplà: esclamazione onomatopeica nell’atto del salto.

Oplite: gr. [testo greco], da [testo greco] = arma; il soldato dell’antica Grecia, coperto di greve armatura.

Opoponax: [testo greco], gomma resinosa che si ottiene con incisioni alle radici della pianta chiamata Pastinaca Opopanax, originaria di Soria. Serve come medicamento ed è più nota come profumo. La forma italiana oppoponaco, registrata nei vecchi lessici, mi pare poco dell’uso. Prevale la forma francese.

Oportet ut scandala eveniant: variante di Necesse est, ut scandala eveniant. (V. a queste parole). Si dice nel senso: «è bene che il bubbone morale scoppi». NB. di questi necessari beni la terza Italia ha grande dovizia!

Oportet ut unus moriatur pro populo: è utile che uno muoia per il popolo, cioè una vittima è necessaria. Storicamente è il consiglio del sommo sacerdote Caiafa che propone la morte di Cristo (S. Giovanni, Evangelo, XVIII, 14). Caiafa ciò disse nel senso che conveniva per tale