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Violenze nel porto di Costantinopoli. Abbassamento di valore delle monete nobili ne’ cambii plateali. Rovina de' mercatanti, e de’ fabbricatori di robe di seta, prima con ingiusto prezzo del genere, poi con monopolio, e colla concentrazione nella capitate de’ lavori di seta |
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Cap. | XXVII. Giustiniano rovina i causidici, i medici, i maestri delle arti liberali. Rapisce alle città i fondi destinati alla istruzione, all’ornato pubblico e agli spettacoli. Questi pure sopprime in Costantinopoli. Toglie ai popoli i vantaggi soliti a trarsi per le largizioni ai nuovi consoli. Affama quello di Costantinopoli, e gli fa mancar l’acqua. Tratta i poveri di Roma e di Alessandria colla stessa sevizie. Iniquità di Alessandro Forficola, e di Efesto |
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— | XXVIII. Perfida dissimulazione di Giustiniano nell'affare di Rodone, prefetto di Alessandria; e casi di Paolo, patriarca di quella città, e di Arsenio. Altro caso di Faustino. Iniquo fatto di Prisco falsario: Giustiniano corrotto con oro da costui abroga una legge sussistente, e con una nuova disposizione si fa complice di una insigne trufferia, che per un puro accidente manca d’effetto. Giustiniano viola anche le leggi degli Ebrei |
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— | XXIX. Tratto singolare di animo doppiamente fallace usato da Giustiniano con persone, che mostra di riguardare amichevolmente. Legge iniquissima fatta per usurpare le altrui eredità. Casi, a cui viene applicata. Pietà insultante per coprire l'ingiustizia |
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