Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/21


addio! 7


ambedue nemici della sentimentalità, ma entusiasti della natura; la medesima simpatia ci guidava nella scelta dei nostri poeti. Noi preferivamo Shakespeare ad Ossian, Hugo a Lamartine — e dei poeti italiani non leggevamo che Dante. Foscolo lo avremmo ammesso volentieri senza il fallo imperdonabile dell’Ortis.

Mio marito diceva spesso: L’amore è il fuoco che riscalda, la passione è l’incendio che distrugge.

Nelle ore solitarie che ci riusciva di sottrarci alle esigenze del mondo, quante volte sotto i platani inargentati dalla luna o presso la fiamma del domestico focolare, colle mani congiunte, cuore su cuore, io lo udiva dolcemente commosso parlarmi così:

— Valeria, io non ti amo perchè tu sei bella. Migliaia di donne sono belle come te! — ma tu sei molto più che una femmina leggiadra, sei l’altare de’ miei voti, sei il tabernacolo della mia fede, sei la custode immacolata dell’onor mio e della mia virtù.

Io era fiera di mio marito. Pel suo talento, per i suoi meriti militari, per la sua