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[§ 41-42] introduz. alla scienza sociale 67

modo le relazioni reali si sono trasformate in relazioni imaginarie. E con ciò ci volgiamo a considerare i problemi (β) (γ) (δ) del § 6.

42. Da prima vediamo se quei sentimenti hanno una qualche esistenza oggettiva, indipendente dalla varietà delle menti umane, oppure se essi sono subordinati a tale varietà. È facile vedere che solo la seconda ipotesi è da accogliersi. Anche quando i sentimenti che riguardano la religione, la morale, l’amor patrio, ecc., hanno espressioni letteralmente e formalmente comuni per molti uomini, sono da essi variamente intesi. Il Socrate di Platone (§ 65) e l’uomo superstizioso di Teofrasto avevano la stessa religione; ma l’intendevano certo in modo ben diverso1. E, senza ricorrere alla storia, chi vuole esempi, guardi intorno a sè e ne troverà quanti desidera. Quando dunque noi discorriamo, poniamo il caso, dell’amor di patria, noi accenniamo ad una classe astratta di sentimenti, costituita da singoli sentimenti esistenti in vari individui; e quella classe non ha esistenza oggettiva, più di quella che l’abbia la classe dei mammiferi, costituita da singoli animali, che soli esistono


  1. G. Boissier, La relig. rom., I, p. 179, discorrendo dell’apoteosi degli imperatori, dice: «En général, le vulgaire pensait que les Césars, étaient des dieux comme les autres; il leur attribuait la même puissance, et supposait qu’elle se révelait de la même manière, par des apparitions et des songes. Les gens éclairés, au contraire, mettaient une certaine différence entre eux et les autres divinités; c’était pour eux quelque chose comme les héros ou demi-dieux des anciens Grecs. En somme ils ne leur accordaient pas plus de priviléges que les stoïciens n’en attribuaient à leur sage après sa mort».