Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[§ 51-54] | l’equilibrio economico | 345 |
dono merci o servizi di capitali e coloro che queste o quelli comperano.
Il difetto di simili dimostrazioni non è solo la poca precisione, ma anche, e principalmente, il non dare un chiaro concetto delle condizioni necessarie perchè i teoremi siano veri.
52. L’equilibrio nella società collettivista. — È tempo oramai di discorrere dei fenomeni del tipo (III), di cui si è fatto sinora appena cenno (III, 49).
Per dare ad essi una forma concreta, e con astrazione analoga a quella dell’homo oeconomicus, consideriamo una società collettivista, la quale abbia per scopo di procacciare ai suoi componenti il massimo di ofelimità.
53. Il problema si partisce in due altri, i quali sono interamente diversi e che non possono essere risoluti con gli stessi criteri: 1.° Abbiamo un problema di distribuzione: come debbono essere partiti i beni che possiede o produce la società, tra i suoi componenti? (III, 12, 16). Hanno luogo considerazioni etiche, sociali di vario genere, paragoni di ofelimità di diversi individui, ecc. Non è qui il luogo di occuparcene. Supponiamo dunque risoluto quel problema. 2.° Abbiamo un problema di produzione: come produrre i beni economici in modo che, essendo poi distribuiti secondo le norme ottenute dalla soluzione del primo problema, i componenti la società conseguano il massimo di ofelimità?
54. Dopo quanto si è detto, la soluzione di tale problema è facile.
I prezzi, i frutti netti dei capitali, possono sparire, se pure ciò è possibile, come entità reali, ma rimarranno come entità contabili; senza di esse il ministero della produzione andrebbe brancolando