Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[§ 90-91] | introduz. alla scienza sociale | 105 |
preesistenti; ma al contrario queste sono state tratte da quelli. Per altro, quando tale operazione è stata compiuta, l’esistenza di tali regole ha operato, a sua volta, sui fatti della fonetica e della sintassi. Similmente pei fatti del diritto. Sebbene ci sia ancora chi ad essi assegni cagioni immaginarie, come ad esempio, dando ad essi per origine un certo «senso giuridico», si principia ora ad intendere che, all’opposto, dai fatti del diritto trassero origine le norme astratte (§ 80), e, se vuolsi, anche quel senso giuridico; ma, quando poi quelle norme e quel senso ci furono, divennero fatti come qualsiasi altro, e quindi operarono come tali per determinare le azioni umane. Anzi, in questo caso particolare, tale opera divenne presto principalissima e prevalente, poichè quelle norme vennero imposte colla forza.
91. Quando per C si prende il principio, che è morale tutto ciò che può assumersi come norma generale delle azioni umane (ed altro simile principio), si verificano tutte le uniformità del § 89. 1.° I sentimenti morali che si vogliono per tale modo spiegare nascono da certi altri fatti oggettivi A, come già vedemmo. 2.° Il principio posto è assoluto; non c’è restrizione nè di luogo nè di tempo; vale per il negro più decaduto e per l’europeo più incivilito, per l’uomo preistorico e per l’uomo moderno; la relazione C B diventa del genere di un teorema di geometria, che vale in ogni luogo e tempo. I metafisici non scorgono l’assurdo di tale conseguenza. 3.° La relazione tra quel bel principio della norma generale delle azioni umane e la conseguenza B che se ne vuole trarre, è logica almeno in apparenza, e per quanto lo consente l’indole di quel principio, che non ha contenuto reale (§ 38). Inoltre quella è relazione tra una