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94 introduz. alla scienza sociale [§ 78-81]

i capitali mobiliari, ogni distruzione che di essi viene fatta cagiona gravi sofferenze, e quindi direttamente dà origine a sentimenti pei quali seguono provvedimenti diretti ad impedire simili distruzioni; e ciò, non già in virtù di un ragionamento logico, ma in modo analogo a quello per cui, non solo l’uomo, ma ben anche l’animale, è tratto ad allontanare da sè cosa che ad esso procaccia dolore.

79. Una società in cui ogni individuo odiasse il suo simile, non potrebbe evidentemente sussistere e si discioglierebbe. Vi è dunque un certo minimo di benevolenza verso il proprio simile, necessario perchè si mantenga la società. Vi è altresì un altro minimo, superiore al precedente, necessario perchè i componenti la società, prestandosi mutua assistenza, possano resistere all’urto di altre società. Al disopra di quel minimo possono variare più o meno i sentimenti di benevolenza.

80. Altra soluzione molto semplice, e del genere della precedente, si ha ammettendo che i sentimenti morali, religiosi, ed altri, sono quelli che più giovano alla classe sociale che domina.

Tale soluzione ha un poco di vero, ma proporzionalmente meno che la precedente, e maggior parte d’errore. I precetti morali sono spesso volti ad assodare il potere della classe dominante, spessissimo a temperarlo1.

81. Tra i fatti che determinano le massime morali generali, è certo principale l’istinto di socialità. Perchè tale istinto esista in certi animali, ed in altri no, ci è oscuro; onde per ora dobbiamo assumerlo come fatto primitivo oltre al quale non risaliamo.


  1. Systèmes socialistes, II, 115.