Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[§ 37-38] | introduz. alla scienza sociale | 63 |
ove i romani non distruggessero Cartagine, nè i cartaginesi Roma, sarebbe maggiore che ove una di quelle città fosse distrutta. Tale asserzione è campata per aria e non può essere sussidiata dalla menoma prova. Come si fa a paragonare quelle sensazioni piacevoli, o spiacevoli, e a sommarle? Ma per spingere, sino all’estremo le concessioni, supponiamo che ciò si possa fare, e poniamoci, per esempio, il problema di ricercare se la schiavitù è morale o no. Se vi sono molti padroni e pochi schiavi, può darsi che le sensazioni piacevoli dei padroni abbiano una somma (?) maggiore delle sensazioni spiacevoli degli schiavi; e viceversa se vi sono pochi padroni e molti schiavi. Ma tale soluzione non sarebbe certamente accettata, nel primo caso, da coloro che vogliono usare il principio del maggiore benessere del genere umano. Per sapere se il furto è, o non è, morale, dobbiamo noi paragonare i sentimenti spiacevoli del derubato, ai sentimenti piacevoli del ladro, e ricercare quali hanno maggiore intensità?
38. Per poter usare il principio del Mill si è tratti a doverlo combinare implicitamente od esplicitamente con qualche altro; per esempio, coi principii della classe di cui è tipo il principio del Kant. Ma anche qui le difficoltà, che in sulle prime paiono tolte, risorgono appena si voglia ragionare un poco rigorosamente. Un principio di legislazione propriamente universale non può avere valore in una società, come quella degli uomini, costituita da individui diversi per sesso, per età, per qualità fisiche ed intellettuali, ecc.; e se quel principio s’intende soggetto a restrizioni, che tengano conto di tali ed altre simile circostanze, il problema principale diventa quello di conoscere quali di tali re-