Pagina:Le monete di Venezia.pdf/441

424 indice alfabetico
pag. 223 — per la nomina dei massari, pag. 224 — contro le monete false e stronzate, pag. 225 — Diminuzione del peso del soldino, pag. 225terzo tipo del grosso, pag. 226 — Regolamento sol peso ed intrinseco del piccolo, pag. 227 — Stipendi degli intagliatori della zecca, pag. 228 — Descrizione delle monete di Antonio Venier, pag. 229 — Bibliografia, pag. 231.

Verona aveva la moneta di uguale valore della veneziana nei secoli XII e XIII, pag. 69 — Allorché Verona e Vicenza furono occupate dai Veneziani, nel 1404, la lira usata in quei territori era maggiore di un terzo della lira veneziana, pag. 235 — Ordine di coniare a Venezia soldi e piccoli per Verona e Vicenza, pag. 235.

Vicenza usava la stessa moneta di Verona, pag. 235.

Z


Zara — Moneta coniata per Zara e la Dalmazia, pag. 236 e 293.

Zecca — Opinioni dei diversi storici sulle origini e sull’antichità della zecca veneziana, pag. 2 — Parere dell’autore, pag. 7, 13 e 21. — Separazione della zecca dell’oro da quella dell’argento, pag. 172.

Zeno Ranieri, XLV doge, pag. 105 — Descrizione delle monete di Ranieri Zeno, pag. 106 — Bibliografia, pag. 107.

Ziani Pietro, LXII doge, pag. 89 — Diffusione del grosso in Oriente ed in Italia, pag. 89 — Prima notizia intorno ai massari delle monete, pag. 92 — Descrizione delle monete di Pietro Ziani, pag. 93 — Bibliografia, pag. 94.

Ziani Sebastiano, XXXIX doge, pag. 69 —- Denaro o piccolo di questo principe, primo conosciuto, base del sistema monetario veneziano, uguale al veronese, pag. 69 — deriva da quello di Carlo Magno, pag. 70 — Valore della lira di Carlo Magno, pag. 70 — decaduta di peso e di valore, pag. 72 — Descrizione delle monete di Sebastiano Ziani, pag. 74 — Bibliografia, pag. 74.

Zorzi Marino, L doge, pag. 147 — Descrizione delle monete di Marino Zorzi, pag. 148 — Bibliografia, pag. 149.

Zustar, era quell’operazione con cui si tagliavano gli angoli dei quadrelli di metallo e si dava la rotondità voluta ai dischi destinati a diventar moneta; zustadori si chiamavano gli operai occupati in tale lavoro, pag. 91.