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22 bagordo.

nere di pesce marino. Ora se i nomi rom. immediatamente risalgono all’ol. che del resto presenta anche bakeliauw, si può escludere assolutamente l’etim. basca, poichè è difficile ammettere che nel sec. 12º un vocab. basco fosse già penetrato fra i popoli del Nord. E sarebbe poi anche strano che un pesce dei mari boreali avesse avuto il nome da un popolo del mezzodì. Ad ogni modo in Italia il vocab. entrò solo molto tardi, giacchè il baccalare accennato dal Sacchetti Nov. 209 non è il pesce come credono alcuni, ma è il nome baccalare “grand’uomo” usato per ischerzo.

Bagordo bigordo, asta con cui si armeggia e si giostra, armeggiamento; quindi per bagordo anche il senso di “luogo dove si armeggia, ritrovo di gozzoviglianti, crapula” (Villani, Boccaccio, Libr. Simil.). Paralleli: a. sp. bohordo, bofordo, a. port. bafordo, bofordo, prov. biort beor, afr. bohort, bouhourt, behord giuoco cavalleresco, arma da ciò. Vb. it. bigordare = romper lance. In Francia il giuoco praticavasi correndo a cavallo contro la quintana, in Ispagna bofordo era equivalente di tablado tavolato, in Germania il bûhurt era giuoco militare dove schiera stava contro schiera. In sostanza si vede che il signif. originario e fondamentale era quello di “palco o tavolato contro cui scagliavasi un’asta”. Ora benchè lo Schade tragga mat. bûhurt dall’afr., il Diez dà il gruppo rom. come derivato dal ger., attesa la f dallo sp., l’h aspir, del fr. e il g gutt. dell’it.; ed escluso che il secondo elemento sia il vb. hurten urtare, ricorre ad aat. hurt donde mat. hurt, tm. Hurde Hort graticcio, tavolato, ripercossosi anche in annon. hourd bl. hourdum tavolato, poi fr. horde, horder. A questo aat. hurd rispondono got. haurds porta, ags. hyrde, ing. hurdle da rad. preger. krti, donde l. crates gr. χυρτία χύρτη χύρτος gabbia, χάρταλος cesta, sans. krt filare, torcere. Pel primo elem. il Diez propose dubitativamente bot da * botan percuotere, colpire (v. botta, buttare); sicchè il composto bohort (da bot-hort, dove il t