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444 | scranna — scriccare. |
ritorio bt. Questo nome adunque è penetrato nel territorio rom. solo nel medio evo inoltrato e non colle immigrazioni, del pari che ferlino, sterlino, scellino ed altri nomi di monete germaniche. Il Kluge fa delle parole ger. formazioni da rad. skut gettare fuori, che nell’ags. scéotan mostra anche il signif. secondario di “metter fuori moneta, contribuire”. Quindi radicalmente è affine a scotta2 e a scosso. Il senso it. di “pranzo, cena” si spiega col passaggio da “contributo, prezzo” applicato a denotare l’oggetto che frequentemente si comperava con quel contributo e quella quota.
Scranna, banco, sedia (Dante, Grad. S. Gir.). Voci sorelle: afr. escran écran d’ug. sig. Venne da aat. scrannâ skrannâ, donde mat. schrannê banco tavola, banco del giudice, giudizio; banco e apparecchio dei venditori e compratori Graff 6, 581. Il tm. Schranne = luogo di vendita, piazza del grano. Il bav. ha die schrannen “i mercati” Schmeller 3, 510. L’aat. conosce anche un scrannola seggioletta. Secondo il Faulmann t. Schranne del pari che Schrank armadio stipo, e Schranken steccato arringo, risale a vb. aat. screnhan screnchan donde tm. schränken porre attraverso, incrocicchiare. Quindi il nome verbale avrebbe propriamente significato un “arnese fatto di legni attraversati e incrocicchiati l’uno coll’altro”. Notevole che l’afr. e l’it. presentino anche il senso rinchiuso nell’aat. di ‘“seggio del giudice” (cfr. Dante = Or tu chi sei che vuoi seder a scranna ecc.). Notevole ancora che la forma it. riproduca l’aat. più fedelmente che non fanno il mat. e tm. Un composto it. è ciscranna, il cui primo elemento pare un’aferesi di arci.
Scriccare, fare scoppiare un zolfanello stropicciandolo; spiccar salti. È voce usata a Montese e in parecchi luoghi del Frignano. Secondo me procede indubbiamente dal ceppo ger. e precisamente da aat. * scriccan, in mancanza della quale forma non ducumentata troviamo as. scricôn, aat. scricchen scrikken scrichen, mat. schricken bal-