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442 | scosso — scotta. |
minazione buik sia dovuta ad un ravvicinamento popolare con buik = tm. Bauch ventre.
Scosso grembo, seno (dial. lomb.). Provenne da aat. scôz scôzo scôza, mat. schôz grembo o falda d’un abito, grembo; donde tm. Schoss Schooss grembo falda. Paralleli all’aat.: got. skauts skaut frangia lembo, anrd. skaut punta cima falda dell’abito, Möbius 338; ags. skéat punta angolo d’un paese, Grein 2, 405, ing. sheet pezzo di tela, coperta, ol. schoot grembo falda, bt. schote sorta di gomena, afris. skât schât skut sciote falda d’abito, Richthofen 1021; sv. sköte skôt grembo, angolo della vela, dan. skiöd grembo, skiöde sorta di gomena. Spettano a rad. ger. skut donde aat. scîozan tm. schiessen gettare, il quale concetto servì di fondamento per l’applicazione ad oggetti che presentavano un “alcunchè di sporgente”. Dal ger. svolsersi oltre a lomb. scosso, vall. hô [da hot] grembo, sp. escote taglio rotondo fatto ad un abito, escotar fare un tale taglio. Indubbiamente è voce venuta coi Longobardi.
Scotolare, battere il lino o la canape (Cresc., Lippi). Risponde solo vb. vall. scuturà scuotere, abburattare. Il Diez lo trasse da vb. aat. scutilôn, donde mat. schüteln scuotere crollare squassare, tm. schütteln d’ug. sig. In questo caso è chiaro che in t. il vb. sarebbe anteriore al nome scotola che si sarebbe formato da esso. A me invece parrebbe che il nome scotola dovesse essere anteriore al vb. e che avesse potuto formarsi da vb. scuotere senza bisogno di pensare ad un’orig. ger.
Scotta1, siero non rappreso che avanza alla ricotta (parola d’uso com.). Il Caix la trae da mat. scotto, cacio fresco, giuncata di siero di dolce latte; e trae poi lom. sota d’ug. sig. dalle forme mat. schotte, bav. tm. Scotten. Lo svizz. die schotte secondo Stalder 2, 349 significa “la parte acquosa del latte restante dopochè la parte grassa s’è quagliata ed è stata tolta via dal pajuolo”. Pressappoco è adunque di sig. uguale all’it. Il Wackernagel nei