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ruffa — ruffiano. 411


Ruffa, calca e ressa di gente per rapire qualche cosa (Jacopone da Todi). Il nome it. non ha corrispondenti nelle lingue neol. Ma accanto al vb. che ne derivò mediante composizione, arruffare confondere i capelli, abbiamo: com. rufà-su fare cera accigliata, port. cat. arrufar arricciare i capelli, sp. arrufarse adirarsi; agg. sp. ruf arricciato, prov. ruf limos. rufa aspro, irto, berrignone rufe imbronciato. L’idea base di questo ceppo è quella di “tirare, costringere”, che conduce a quella di “confusione disordine”; e applicata ai lineamenti del viso a quella di “adirato, tristo”, essendo l’ira e la tristezza causa della contrazione del volto. La radice è aat. roufan raufan roufen donde mat. röufen tm. raufen tirare, strappare, svellere. Il Diez accenna anche alla possibilità della derivazione da t. rupfen spennare, pelare. A me non pare giusto: giacché quest’ultimo a detto del Kluge è forma intensiva di aat. raufan che appare solo nel mat. cioè quando il ceppo ger. era già penetrato nel rom. D’altra parte tm. sich raufen = accapigliarsi, battersi; signif. che è precisamente quello che vediamo in ruffa e nel composto baruffa. Nel campo ger. dallo stesso ceppo abbiamo: ing. ruffle contesa, ol. ruyffel ruga, grinza, anrd. roufin, irsuto. V. Raffa rappa rappare. Deriv. e composti: ruffata; arruffarsi, baruffa.

Ruffiano, mezzano prezzolato di cose veneree (Dante, Ottim. Comm.). Dall’it. provennero: sp. prov. ruffian, fr. ruffien, a. ing. ruffiner, mat. ruffiân, ruffigan. Respinta l’etim. da l. rufus rosso, che avrebbe accennato al color rosso dei capelli o degli abiti delle prostitute in Roma, perchè troppo puerile, il Diez mette innanzi aat. hruf, ruf, donde it. roffia sozzura immondezza; e con questa parola l’it. avrebbe designato la laidezza e bruttezza morale di quella categoria di persone. Finora questa è l’etim. più plausibile di ruffiano, ma è lungi dall’essere certa. Deriv.: ruffian-accio-are-eria-esimo; arruffianare.