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lanzo — lasca. | 271 |
p. 645 in Lacurne), sotto la forma di lansquenet, e in Ispagna sotto quella di lasquenete. Ora in it. è vocabolo disusato, salvo che nel senso di una sorta di giuoco che dovette essere introdotto da quei soldati. V. del resto Lanzo.
Lanzo, è lo stesso che lanzichenecco, di cui è accorciamento mediante sincope, come appare dal seguente passo del Varchi: «Quanto più s’avvicinavano i lanzi, che così per maggior brevità gli chiameremo da qui avanti, e non lanzichenecchi ecc.». Però il Varchi non fu il primo ad usare la voce lanzo, che ricorre già nel Ciriffo Calvaneo di Luca Pulci. Dal che s’inferisce che questo nome t. doveva già essere entrato in Italia assai prima della fine del sec. 15º nella forma intera, e che subito era stato sincopato. A Firenze divenne famosa la Loggia dei Lanzi, chiamata così perchè ci avean quartiere i soldati tedeschi al servizio del Granduca. Divenne celebre anche la frase «bere come un lanzo».
Lapina, schiaffo (dial. comasco). L’aat. lappa, n. at. lappen diè origine a questo nome [fr. lapigne], che è un dimin. di un * lapo, esistente realmente nello sp. sotto la forma di lapo d’ug. sig. V. Sleppa.
Lappare, lambire, sorseggiare, leccare (dial. dell’Alta Italia). Le forme sorelle delle lingue neol. sono: prov. * lapar, lepar, afr. fr. laper, catal. llepar. Il vb. rom. procede dal bt. che ci presenta: ags. lappian, anrd. lappa, n. at. lappen, labbern, fiam. lappen. La rad. è lap, diffusissima nel campo idg.: gr. λάπτω, leccare, l. lambo, lambire. Quest’ultimo, come fr. lamper, è forma nasalizzata.
Lasca, sorta di pesce d’acqua dolce (Dante, Villani). Il Caix rigetta con ragione l’etim. del Ménage e del Diez dal gr. λευκίσκη, poichè resterebbe inesplicato lo spostamento dell’accento e il cangiamento della vocale tonica. Mette poi innanzi la deriv. da aat. asco, mat. asche, tm. Asche Asche, sorta di pesce di fiume. La l iniziale sa-