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220 grimo — grinta.


rebbe una forma gramacchio, o un quissimile. Ora il bl. cramaculus che produsse le forme fr. già viste, e le parallete vall. cramâ, cramion, cramier, sciamp. cramaille, s’era svolto da ol. kram, uncino di ferro.

Grimo, grinzo, rugoso (Cecchi). È un agg. proveniente dall’aat. grim, crim, grimmi, crimmi, mat. grim, grimme, tm. grimm; as. ags. ing. grim, anrd. grimmr. Il senso dell’aat. era di “adirato, nemico, selvaggio, doloroso”. Il tm. grimm e grimmig = atroce, feroce, crudele, furioso, truce, stizzoso. Dal che si vede che l’it. restrinse il signif. del vocabolo a denotare un semplice effetto materiale della collera, cioè “l’increspamento o corrugamento del viso da essa prodotto”; il che si verificò anche nelle parole Grinta e Grinza che spettano alla stessa radice. Non così fecero alcuni dialetti e lingue affini: così il lad. e com. grimo significa “adirato”, il prov. grim = afflitto, mesto, grima = afflizione, grimer = affliggersi. Questo agg. t. grimm ebbe numerosi derivati in quel campo, come aat. grim [donde tm. Grimm] collera, furore, grîma, maschera, grimheit, crudeltà, grimlicho, grimneag, grimmeg [da cui tm. e ol. grimmig] vb. grimmen, grimman, adirarsi, infuriarsi, grimmida, collera, grimmisón, infuriare. Esso ha, mediante apofonesi, la stessa origine di gramo, con cui ha comune anche il significato, cioè vb. aat. krimman, chrimman, opprimere, raschiare, pungere, ed in origine s’applicava propriamente al “dolore del ventre”. La rad. è chram, che il Faulmann rannoda a Kerb, incavare. Vedi Grinta e Grinza.

Grinfe, artigli (dial. piem.). È forma nasalizzata di Griffe (v. q. parola).

Grinta, faccia oscura e torva, brutta cera accigliata e superba. È voce propria del dial. lombardo; ma che ormai ha preso la cittadinanza ital., e come tale fu usata dal Giusti. Procede certamente dall’aat. grimmida, crimmida, [got. grimitha], collera, mestizia, che è uno dei derivati