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120 | falco — falda. |
falciare e il fr. fauche conservando la gutt. dolce, còme suole fare il rom. (cfr. da silex, selce, selciare). Un composto è Defalcare (v. questa parola).
Falco-ne, sorta d’uccello di rapina (Giamboni, Novellino, Dante). Comunemente si tiene che questo nome venga dal l. falco, che appare già nel sec. IV (Servio, ad Aeneid. lib. X. v. 145) anche col significato di “uomini dalle dita ripiegate in dentro”, e ciò per la somiglianza cogli artigli dei falchi. A questi poi un tal nome sarebbe stato applicato per avere gli unghioni e il becco fatti a foggia di falce. Ora pei sostenitori di quest’etim. anche l’aat. falco, falcho, falucho, mat. falke, tm. Falcke, Falch, anrd. falke, ol. falk, ing. falcon sarebbe venuti dal l. All’incontro il Kluge considerato che Falco appare già come np. presso i Longobardi e presso gli Anglosassoni [Falcho, Westerfalcna], e che presso questi ultimi il falco è chiamato wealhheafoc “astore celtico”, e l’anrd. ha valr “il celta” (cfr. t. Walnuss, welsch); il Kluge inchina a credere che l’aat. falcho, abbia la sua origine nel nome di popolo Wolcae “Celti”, che in t. sarebbe diventato falkon, e che da quest’ ultimo sian venuti l’it. falcone, e fr. faucon. Questa ipotesi sarebbe convalidata dal tardo apparire in l. della parola in discorso, e dal fatto che quest’uccello è proprio dei paesi settentrionnali d’Europa più che dei meridionali; ed è poi noto che i popoli ger. sono sempre stati appassionati per la caccia del falco. Egli ammette anche la possibilità d’un composto colla radice di fahl, at. falch, lionato (v. Falbo); sicchè falcke varrebbe Falber, ossia “il sossobruno”.
Falda, parte della sopravveste che scende dalla cintura al ginocchio; piegatura; lembo: pendio d’un monte (Dante, Boccaccio). Coll’afr. faude [fr. fauder = piegare], prov. fauda, sp. falda, halda, port. fralda, procedette dall’aat. falt, falda, mat. falte, falde, tm. Falte, m. ol. fou, ol. fouw, anrd. falda, ing. fold, d’ug. sig. Tutte queste sono