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Anno XI. Sabato, 15 Giugno 1912. Num. 24.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —Una festa dei Sordomuti — L’Ospedale dei Bambini — Bella funzione della Cresima all’Istituto dei Ciechi — Per l’11º Bersaglieri — Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi — Opera Pia Catena.
Religione. —R. B., Vangelo della domenica terza dopo Pentecoste.
Educazione ed Istruzione. —Enrico Boni, Nell’anniversario di un grande: Niccolò Paganini — P. Federico Ghisolfi, A Chiesa (in Valmalencoi, sonetto.
Società Amici del bene. —Per il Vicario dell’Eritrea — Francobolli usati.
Notiziario. —Bibliografia — Diario.

Beneficenza


Una festa dei Sordomuti

Alla fine di ogni anno scolastico l’Istituto dei Sordomuti di campagna celebra una festa, nella quale i ricoverati danno saggio alle autorità, ai benefattori, ai parenti dei progressi compiuti. La festa ha avuto un particolare carattere di solennità perchè è stata consacrata a rievocare la bella e pia figura di mons. Casanova, il rimpianto rettore, che di tanta fiamma d’amore animò sempre l’opera sua redentrice.

Fra lo stuolo delle signore e dei benefattori erano presenti S. A. il Conte di Torino, l’assessore prof. Ferrari, il conte avv. Olgiati in rappresentanza del Prefetto, mons. Girola per il Cardinale Arcivescovo, il cav. uff. Sperati per la Deputazione Provinciale, gli on. Degli Occhi e Baslini, il presidente del Tribunale cav. uff. Raimondi, il procuratore del Re comm. Maggi, il cav. Pasi delle Cassa di Risparmio, il cav. Minori della Congregazione di Carità, i membri della Commissione dell’Istituto conte Greppi, conte Paravicini, conte Della Somaglia, conte Febo Borromeo. Assistevano poi molte famiglie di ricoverati, così che il salone della cerimonia ornato di bandiere, fiori a festoni, di piante verdi, appariva gremito; ed erano affollate anche le sale accanto dove facevano bella mostra i lavori degli alunni: maglierie, biancherie, pizzi e ricami usciti dalle mani delle sordo-mute; scarpe, abiti, mobili costruiti con molto buon gusto nei laboratori maschili. Nella sala
principale, di fronte agli invitati erano raccolti in numero di quasi duecento, sopra una vasta gradinata i piccoli infelici; da una parte le femmine nella loro vesticciuola di tela grigia col collarino candido; dall’altra i maschietti nelle uniformi bleu scuro: tutti fermi, attenti, come assorti a contemplare quello spettacolo nuovo di tanta gente pigiata innanzi a loro.

Mons. Casanova è stato degnamente rievocato dall’ex-deputato di Fermo, on. Falconi, nella vita e nelle opere. Egli ci ha detto con affettuosa parola le virtù del sacerdote e del filantropo, sorretto nella infaticabile opera consacrata per tanti anni agli infelici da umana carità, da purissima abnegazione. Oggi nel suo nome i piccoli beneficati inaugurano la loro bandiera, esaltando così nella luce della pietà cristiana l’amore della patria.

Dopo il discorso, mons. Girola ha benedetto la bandiera, che ebbe matrina la contessa Virginia Della Somaglia Dal Pozzo e fu regalata all’Istituto da un gruppo di gentili dame milanesi.

Il direttore, sac. G. B. Pasetti, ha poi delineato rapidamente le vicende dell’Istituto dai lontani anni, quando, sostenuto specialmente dalla intelligente opera del conte Paolo Taverna, si aprì nel novembre del 1853 ai primi sei sordomuti e alle prime sei sordomute. Disse le cure paterne di Giulio Tarra, che fece trionfare il metodo orale, fondato esclusivamente sul principio di apprendere la parola leggendola sulle labbra dell’insegnante; tratteggiò il graduale progresso, che permise la sistemazione dell’Istituto nelle nuove magnifiche sedi di via Settembrini per il convitto femminile — dove ebbe luogo la festa scolastica — e di via Galvani dove alloggiano i maschi: sedi ariose e decorose, dove la luce e la pulizia e l’ordine sorridono alla vita di quei bimbi sventurati.

Ma è bene non lasciar passare sotto silenzio un fatto preoccupante: le rendite annue, i sussidi della Cassa di Risparmio e della Congregazione di Carità, la beneficenza di privati non bastano a sopperire alle spese, senza contare che il bell’edificio di via Settembrini è ancora onerato di debiti. La carità milanese, sempre vigile, occorre provveda a quest’opera di alta umanità.

Su questo concetto ha insistito, ringraziando con nobilissime parole gli intervenuti, anche l’on. Adamo