Il buon cuore - Anno XI, n. 24 - 15 giugno 1912/Religione

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Beneficenza Educazione ed Istruzione

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Vangelo della domenica terza dopo Pentecoste


Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: Siate misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati. Perdonate, e sarà a voi perdonato; date e sarà dato a voi; si verserà nel vostro seno una buona misura calcata e ricolmata e sovrabbondante; poichè si farà uso con voi della stessa misura, di cui vi sarete serviti cogli altri. Diceva poi loro anche questa similitudine: È egli possibile che un cieco guidi un cieco? non cadono essi entrambi nella fossa? Non v’ha scolaro da più del maestro. Perché poi osservi tu una pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, e non badi alla trave che hai nel tuo occhio? Ovvero come puoi tu dire al tuo fratello: Lascia, fratello, che io ti cavi dall’occhio la pagliuzza che vi hai, mentre tu non vedi la trave clic è nel tuo occhio? Ipocrita, cavali prima dall’occhio tuo la trave e allora vedrai di cavare la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

S. LUCA, Cap. 6.


Pensieri.

Nel concetto grandioso dell’umana redenzione, ideato da Gesù Cristo, vi ha, oltre la redenzione del singolo individuo, un maggiore programma — diremo così il programma massimo religioso con cui si vuole la elevazione ed il miglioramento di tutta intera la massa umana, di tutta l’umanità. Non ha trascurato la frazione, mi nella cura dell’individuo intese la rinnovazione in totale di tutti gli uomini.

Alla realizzazione del programma intero intende quasi trapiantare -- in una imitazione perfetta — la vita del cielo in terra, ed a questo scopo in più d’uno — anzi in molti brani dei suoi discorsi — si volge sempre come ultimo termine di riferimento alla figura del Padre suo.

Nel brano evangelico ci invita ad usare ed essere misericordiosi come il Padre che è nei cieli: altrove prega perchè i suoi seguaci siero così uniti da formare una cosa sola come lui ed il Padre sono una cosa sola. Tralasciamo altre citazioni per brevità, notando come Egli — Cristo — intenda la nostra perfezione nell’imitazione in terra della vita di lassù, come l’erculeo suo sforzo sia quello di staccarci il massimo possibile dal mondo — complesso di vizi, posto in ruina, ecc. — per vivere col cielo e per cielo: trascurare — in ogni modo — la parte meno nobile, la corporale e materiale vita, per la migliore — la vita dello spirito.

Dote ed attributo speciale del Padre è la misericordia, quel sentimento ed inclinazione buona dello spirito verso i più deboli, verso i miseri, verso chi erra vittima del pregiudizio, del preconcetto, verso chi pecca trascinato in basso dalla violenza delle passioni, dall’aria viziata e corruttrice dell’ambiente in cui forzatamente vive.

Ma nel Padre cos’è la misericordia? La misericordia è la perfetta giustizia, non debolezza, non morbosità, non — quel che è peggio — espressione elegante di sentimenti bassi bassi che covano in fondo alla.... carne. È perfetta giustizia perchè in Dio le virtù e gli attributi mai si contradicono come negli uomini: in lui si convertono e confondono e se — solo per modo di dire — noi distinguiamo varie virtù come la giustizia e la misericordia, col salmista diciamo che in lui la misericordia e la verità si scontrarono e la giustizia e la pace si abbracciarono in un bacio di fratello.

Dio è il raggio solare nella sua azione molteplice. Senza sforzo, di sua natura illumina, vede e conosce le cose più riposte: nel medesimo istante che illumina, riscalda, col calore crea la vita, e mentre fuga le tenebre coll’azione simultanea dà rilievo al colore. È luce, è amore, è giustizia!

Gesù ci invita — dopo la imitazione del Padre — a non voler giudicare per non essere giudicati: insiste nella misericordia, rimprovera lo zelo intemperante del fratello che riprende il fratello caduto anche pochino.

Perchè?

Noi non siamo giusti. Altri sono i motivi veri, reali di questa nostra azione, della nostra compassione, delle nostre correzioni. Non ci spingiamo a ciò per l’imitazione del Padre, per il puro e santo amor del vero. Non richiamo i bassi motivi della fratellanza e filantropia... umana. No! per amor di Dio: è un insulto alla carità cristiana tanto rumor e fracasso....

Richiamo il motivo della misericordia cristiana: deve essere il vero, l’amor del vero unicamente, per tutti.

[p. 190 modifica]Vero che ci spinge là dove troviamo il bisogno, vero che ci caccia anche là dove siamo urtati — rozzi, ignoranti, repellenti per cenci, vizi, vecchiaia, acciacchi. — Vero che senza accettazione di persone — parzialità — ci dica il fratello di Cristo in tutti, tutti anche e più dove troviamo l’....antipatia, parola sconosciuta al vocabolario cristiano.

Per questo provochiamo Dio quando la nostra azione s’ispira ad altri criteri, umani, gretti, egoistici. Imitate la misericordia del Padre — ultimo, solo modello di giustizia, non sostituendoci noi a lui pretendendo che gli altri uomini si modellino sopra di noi, noi ciechi e pretenziosi in nostra superba follia da vedere — così pronti — la pagliuzza altrui, noi che abbiamo l’occhio occupato dalla grossa trave della nostra persona, del nostro essere, di noi.

B. R.