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Anno X. Sabato, 19 Agosto 1911. Num. 34.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —R. Venerosi. Il secondo Congresso degli italiani all’estero.
Religione. —Vangelo della undecima domenica dopo Pentecoste.
Educazione ed Istruzione. —Alessandro Picelier. Fatti antichi e parole moderne — Echi e letture — (Trad. di L. Meregalli). La Santa Cappella.
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario ecclesiastico.

Beneficenza


Il secondo Congresso degli italiani all’estero


Relazione dell’ITALICA GENS



Dal giorno 11 al 21 dello scorso giugno si è riunito in Roma il secondo Congresso degli italiani all’estero per iniziativa dell’Istituto Coloniale Italiano, allo scopo «di rafforzare i vincoli fra la Patria e i connazionali sparsi per il mondo, di ottenere con il concorso diretto, una conoscenza più esatta dei bisogni e delle aspirazioni delle nostre colonie, e di concretare le proposte e i voti più adatti per soddisfarli».

Il Presidente dell’Istituto Coloniale, on. prof. Guido Fusinato, nel bellissimo discorso di apertura del Congresso che pronunziò alla presenza dei Sovrani d’Italia, dopo aver rilevato la grande importanza di questa nuova vita italiana fuor della terra patria, con chiara visione delle supreme finalità della riunione pose la domanda: «Cosa abbiamo operato fin’ora, cosa dobbiamo operare nell’avvenire perchè queste nuove forze siano usate per la maggiore prosperità nazionale?»

Nella risposta a questo quesito, nel tener presente quel postulato nella soluzione di tutte le particolari questioni proposte si incardinava la vera efficacia pratica, il frutto del Congresso.

I temi, saggiamente predisposti dall’Istituto Coloniale, abbracciavano tutti i più importanti interessi italiani all’estero: campo invero troppo vasto per esser percorso in modo esauriente in poche adunanze, se, molto opportunamente, non si fossero avute su ogni singolo
argomento relazioni studiate, ben ponderate da persone competenti le quali servirono di guida e di base alle discussioni e le cui conclusioni restarono, salvo poche aggiunte e modificazioni, le conclusioni del Congresso.

Su molti dei temi trattati al Congresso già parlammo in questo giornale, con conformità di vedute riguardo ad alcuni, discutendo invece riguardo ad altri.

Fra gli argomenti che furono discussi con maggior interesse vi fu quello della colonizzazione agricola italiana, specialmente nelle Americhe, sul quale riferì egregiamente l’avv. A. Franceschini; argomento di capitale importanza nella soluzione del problema della nostra emigrazione di carattere permanente, e circa il quale si riconobbe, cosa su cui più volte abbiamo insistito, che se si vuole che la colonizzazione dei nostri emigranti abbia risultati sicuri, buoni per essi, e che allo stesso tempo, opportunamente favorendo gli aggruppamenti coloniali, ridondi a vantaggio anche della madre patria, occorre che si dia all’emigrazione di braccia il necessario supplemento di una certa quantità di capitale.

Ed a questo scopo, premettendo che lo Stato non debba nè favorire nè ostacolare l’emigrazione, ma solo dirigerla e proteggerla economicamente, e che, pur non ingerendosi direttamente in imprese di colonizzazione, debba però aiutare il colono ed esplicare nell’interezza del loro valore le sue energie di lavoro, si fecero voti perchè fra l’Italia e gli Stati Americani ove più si addensa l’emigrazione italiana, i quali siano ritenuti dallo Stato italiano provveduti di adeguati ordinamenti giudiziari amministrativi, siano stipulati, nell’utile reciproco dei rispettivi paesi, dei trattati di lavoro e colonizzazione, diretti ad assecondare l’emigrazione del capitale, proporzionatamente all’emigrazione del lavoro, a tutelare e proteggere gli interessi della emigrazione agricola nelle terre colonizzabili, mirando ad avviare le correnti del lavoro e a raggrupparle nei centri più adatti alle nostre masse, e a facilitar loro il modo di affrancarsi dal debito coloniale; e perchè nelle terre transatlantiche ove affluisce l’emigrazione agricola italiana, si costituisca, con l’aiuto morale e materiale