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Anno IX. Sabato, 30 Luglio 1910. Num. 31.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —In memoria di S. E. Mons. G B. Scalabrini.
Educazione ed Istruzione. —Angelo Maria Cornelio. Un monumento al Padre L. M. Villoresi — Avv. P. G Paribelli. Le memorie del conte Ulisse Salis — L. Meregalli. La Messa di S. Gregorio.
Religione. —Vangelo della domenica undecima dopo Pentecoste — Pagliuzze d’oro.
Società Amici del bene. —Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


In memoria di S. E. Mons. G. B. SCALABRINI


Dall’organo dell’ITALICA GENS


Il 1º giugno scorso si è compiuto il primo lustro dalla morte di S. E. mons. Giov. Battista Scalabrini, l’illustre vescovo che con slancio ammirabile di amore alla sua fede ed alla sua patria, consacrò la vita al bene degli Italiani emigrati.

Non sapremmo meglio adempiere il doveroso compito di richiamarne ed onorarne in questa occasione la memoria, che facendo rivivere il suo illuminato pensiero che fu fecondo di tante opere provvide ed è tuttora guida preziosa nella soluzione del nostro problema emigratorio.

Pubblichiamo qui alcuni brani di una Conferenza che Egli pronunciò in Torino nel 1898 per invito dell’Associazione Nazionale per i Missionari Italiani dinanzi ad un uditorio commosso e plaudente in occasione della celebre Esposizione delle Missioni.

Signore e Signori,
Visitando la vostra bella Esposizione io mi soffermai con particolare compiacenza nella Sezione dell’Italia all’estero, ammirai i lavori delle scuole e i prodotti delle industrie dei nostri connazionali stabiliti nelle diverse parti del mondo, e meco stesso mi rallegrai del loro progresso morale ed economico, e più del sentimento che li mosse a partecipare alla nobile gara del lavoro indetta dalla madre patria.

Io vorrei, o signori, che questo fatto non passasse quasi inosservato, come un episodio comune della nostra vita industriale, ma che valesse a richiamare l’attenzione de’ governanti e delle classi dirigenti su quello appunto che io chiamo ″l’Italia all’estero″. Essa è andata formandosi a poco a poco, quasi nel completo abbandono della patria, ed ha saputo, in paesi stranieri, acquistarsi una posizione economica e morale distinta, e diventare uno dei fatti più importanti della presente vita italiana; importante pel numero de’ cittadini che la compongono, pei quesiti religiosi e sociali che involge, pel malessere economico che la produce, pei commerci e le industrie e le istituzioni scolastiche di previdenza che seppe attivare, per le correnti di simpatia o di antipatia che può attirare su di se stessa e sul nostro Paese. Dalle statistiche ufficiali e più da un pregevole studio Colonie ed emigrazione pubblicato dal Ministero degli Esteri, tolgo i dati che confermano queste mie affermazioni.

Gl’italiani che vivono all’estero sparsi nel mondo, nelle varie città del Mediterraneo, del Sud o del Nord della lontana Austrialia, negli arsi campi africani, come nelle praterie sterminate della Pampa e degli Stati Uniti, sono circa tre milioni. E questo immenso esercito di lavoratori è alimentato di anno in anno da una grossa corrente migratoria che tocca i 400.000. Sono circa 200.000 gli emigranti temporanei, vero flusso e riflusso di viventi, che forniscono ai lavori internazionali una mano d’opera intelligente ed operosa e riportano in patria un sudato risparmio e la lode meritata: quasi altrettanti sono quelli che formano la emigrazione permanente, sospinti lontano dalla lotta per la vita, e passano per l’Oceano colla speranza di rapida fortuna, ma che finiscono nella gran maggioranza ad adagiarsi nel paese ospitale e a formare, se non per se stessi, pei loro figli, una patria nuova.

Sono più di 700 le Società di Mutuo soccorso, di previdenza e di beneficenza fondate dai nostri connazionali all’estero, con soci numerosissimi e grossi capitali risparmiati.

Sono circa 150 le scuole governative religiose e coloniali, frequentate da ben 30.000 alunni che imparano da maestri italiani la storia e la lingua del nostro Paese.

Queste cifre, o signori, non hanno bisogno di lungo