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Anno IX. Sabato, 15 Gennaio 1910. Num. 3.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. — I vincitori dei doni delle Loro Maestà le Regine — Maria Motta. Fata dei bimbi, poesia.
Religione. — Domenica seconda dopo l’Epifania.
Società Amici del bene. — Per una famiglia sventurata — .Pei malati dell’Ospedale — Pei carcerati — Francobolli usati.
Notiziario. — Necrologio settimanale — Bibliografia — Diario.

I VINCITORI DEI DONI

DELLE LORO MAESTÀ LE REGINE

Domenica, 9 corrente mese, alle ore 15, nel Salone dell’Istituto dei Ciechi, venne fatta l’estrazione dei due biglietti vincitori dei doni delle loro Maestà le Regine.

I doni spiccavano sopra un tavolo, coperto di damasco rosso, in mezzo alpalco. In due canestri si trovavano arrotolati i biglietti, formanti le madri dei libretti venduti. Dietro il tavolo, erano allineati tutti i bambini e le bambine dell’Asilo, che, sotto la guida delle loro maestre, cantarono, accompagnate dal pianoforte, una piccola e allegra canzoncina.

Nel Salone, insieme agli intervenuti esterni, era presente tutta la comunità maschile e femminile.

Prima di passare all’estrazione, il Rettore credette bene di leggere una poesia della maestra cieca, Maria Motta, da lei composta, non per la circostanza, ma che veniva assai opportuna. La poesia ha per titolo: La fata dei bimbi. La fata dei bimbi è sua Maestà la regina Elena. Poteva trovarsi circostanza più indicata per leggerla dell’estrazione che si stava facendo pel dono dalla regina Elena dato a favore dei bambini ciechi?

Applausi ripetuti scoppiarono al termine della lettura. Si passò allora all’estrazione dei numeri. Ecco il prospetto dei biglietti venduti.

Sua Maestà la Regina Elena.

Biglietti venduti, a lire due, n. 514 |||
 L. 1028 —

Sua Maestà la Regina Madre.

Biglietti venduti, n. 538 |||
 L. 1076 —


Totale biglietti venduti, n. 1052 L. 2104 —

Una parte degli introiti dei biglietti venduti erano già stati conteggiati negli introiti dei singoli banchi nei giorni della fiera.

Una bambina, Averi Maria, condotta innanzi al canestro dei biglietti della Regina Elena, tuffò le sue manine nel cumulo dei biglietti, li rimescolò, e poi trasse e presentò al Rettore il biglietto vincitore. Il Rettore lo svolse e lesse:

Biglietto n. 275.Ugo De Amicis, Torino.

Erano toccati a lui i due vasi di biscuit.

Un bambino, Pierino Smeltz, tutto in giocondo orgasmo per l’impresa a cui era stato prescelto, estrasse il biglietto del dono di sua Maestà la Regina Madre. L’aspettazione era viva in tutti i presenti, perchè tutti speravano di vincere il bel vassojo coi dodici bicchieri e le due bottiglie scintillanti: molti, col pensiero, li avevano già portati a casa e messi in tavola, mostrandoli con compiacenza agli invitati, colle parole: ecco il dono della Regina Madre, che ho vinto alla fiera dell’Asilo Infantile dei Ciechi.

Il Rettore lesse il numero estratto:

Biglietto n. 337.Madame Vogel, Via Rovani, 9.

Era toccato a lei il vassojo argentato coi bicchieri e le bottiglie.

Una contenta, e 537 delusi!... Fra questi.... tutti i presenti.

I bambini cantarono un piccolo coro di chiusa. Davvero erano essi i vincitori più fortunati.

Ecco la poesia della maestra cieca Maria Motta.

FATA DEI BIMBI

Nata in montano paese vergine,
da un vigoroso popolo giovine,
cresciuta, qual resa di bosco,
fra innocenti costumi primevi;


grazia d’affetti, virtù di liberi
sensi aspirava col nativo aere;
d’intuiti materni un tesoro
dall’età puerile svelava.


Più che un trastullo, le inerti bambole
furon sua cura, suo studio furono;
ché in esse fingeva una vita,
e d’affetti un ricambio fingeva.