Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
56 | Chi l’ha detto? | [214-218] |
e Cicerone ne adduceva la ragione nelle Epist. ad Quintum fratrem (lib. I, ep. I, 12): «Ut quisque est vir optimus, ita difficillime esse alios improbos suspicatur.» Anche Biante (Fragm. phil., ed. Mullach, I, pag. 228, n. 7) scrisse: Οἱ ἀγαθοὶ εὐαπάτητοι.
Nuovi argomenti per mostrare che non sempre la sorte è propizia ai buoni, si cercheranno in un verso di un altro satirico latino:
214. Dat veniam corvis, vexat censura columbas.1
215. ....Morte fura
Prima i migliori, e lascia star i rei.
num. CXC secondo il Marsand, comincia
Chi vuol veder quantunque può Natura;
ed. Mestica, son. CCX).
216. Rari sono i birbanti poveri.
Come se non bastasse ai tristi di avere molte volte benigna la fortuna, può capitare loro di riscuotere per le loro male arti quell’ammirazione che dovrebbe essere riserbata alla virtù; eppure è innegabile che
217. Il y a des héros en mal comme en bien.2
Però il malvagio è privo di altri conforti che non mancano all’onest’uomo:
218. Il maledetto non ha fratelli.