Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[57-60] | Allegria, darsi bel tempo, noia | 19 |
che è la risposta del duca di Choiseul a Yorick trovato senza passaporto in Francia (Sterne, A sentimental journey, cap. XLVIII).
Ridiamo dunque, ma non troppo, chè di nulla, neppure delle ottime cose, conviene abusare; e poi l’eccesso del ridere è così antipatico! Dice Catullo che:
57. ....Risu inepto res ineptior nulla est.1
forse più savio era Giordano Bruno il quale diceva di sè medesimo:
58. In tristitia hilaris, in hilaritate tristis.2
ed è l’epigrafe ch’egli appose sul frontespizio del Candelaio nella edizione originale di Parigi 1582: Candelaio | Comedia del Bruno Nolano | Academico di nulla academia, detto il Fastidito | In tristitia hilaris, in hilaritate tristis.
Parlando dell’allegria, conviene pur dire qualcosa del suo contrario, la noja. Un nostro poeta drammatico contemporaneo la disse:
59. ....La noia
Tetra visitatrice e non chiamata.
È Nerone, che nella tragedia omonima di Pietro Cossa (a. I, sc. 4), esclama:
G. Leopardi fra i suoi Pensieri (in Opere, v. II, p. 157), ha il seguente:
60. La noia è in qualche modo il più sublime dei sentimenti umani.
ed infatti essa è un sentimento affatto sconosciuto alle persone intellettualmente inferiori, come è ignoto agli animali; i cani e i gatti sbadigliano soltanto quando hanno fame. Pure lo stesso Leo-