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A chi legge xix

più facilmente a memoria una frase straniera che una italiana, la quale può diventare popolare, soltanto quando contenga qualcosa di veramente originale sia nel concetto, sia nella forma. E fra le citazioni straniere tengono il primo posto le latine di cui le passate generazioni ci lasciarono patrimonio larghissimo, spigolandole nei classici immortali della civiltà romana, nella Bibbia ed anche in molti testi della bassa latinità; poi le francesi, spettanti ad un popolo che ebbe con noi tante relazioni politiche e intellettuali, e la cui lingua è così familiare anche ai meno colti. Pochissime le frasi inglesi, le tedesche, le spagnuole, e anche queste più note nelle traduzioni francesi o italiane che negli originali. E ricercando poi quali siano gli autori più di frequente citati, vedremo a un dipresso quali siano i libri più popolari oggi nel nostro paese, il che, si avverta bene, non vuol per nulla dire più letti; infatti abbiamo in primo luogo la Bibbia, e subito appresso Dante, l’uno e l’altra più citati che letti, quindi, andando in ordine decrescente, e non tenendo conto dei librettisti di melodrammi, Orazio e Virgilio, poi Cicerone, il Petrarca, il Metastasio, il Tasso, il Manzoni, Ovidio, La Rochefoucauld, di cui le sentenze sono certamente più conosciute del nome (caso non nuovo nè raro), il Giusti, Seneca il giovane, il Carducci, l’Ariosto e l’Alfieri, il Leopardi, Voltaire (non sempre citato a ra-