Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/228

188 tavola


Spolverare. «Fare lo spolvero.» Queste due parti (il disegno e il colorire) vogliono questo, cioè: sapere tritare, o ver macinare, incollare, impannare,... brunire, temperare, campeggiare, spolverare, grattare, granare, ec. 4. — Quando l’hai forati (i disegni) abbi secondo i colori de’ drappi dove hai a spolverare. Se egli è drappo bianco, spolvera con polvere di carbone legato in pezzuola; se ’l drappo è nero, spolvera con biacca. 141.

Spolverare. «Ridurre in polvere.» Quando l’hai spolverato (l’orpimento), mettivi su dell’acqua chiara, e trialo quanto puoi. 47.

Spolverato. «Ridotto in polvere.» Mettila (la calcina) in uno martello per ispazio di dì otto, rimutando ogni dì acqua chiara, e rimescolando ben la calcina e l’acqua. 58.

Spolverezzare. «Ridurre in polvere.» Se è tela rossa, togli dell’indaco con biacca macinato sottilmente con acque: asciugalo e seccalo al sole: poi lo spolverezza. 173.

Spolverizzare. «Fare gli spolveri.» Avendo spolverizzato il tuo drappo, abbi uno stiletto di scopa o di legno forte o d’osso, punzio come stile proprio da disegnare, dall’un de’ lati; dall’altro, pianetto da grattare. 142.

Spolverezzo. «Spolvero.» Poi, secondo i drappi che vuoi fare, secondo fai i tuo’ spolverezzi, cioè déi disegnarli prima in carta, e poi forargli con agugella gentilmente, tenendo sotto la carta una tela o panno. 141.

Sponda della penna. E poi riponi il temperatoio in su l’una delle sponde di questa penna;... e scarnala e assottigliala in verso la punta. 14.

Spugna. E con la detta spugna, mezza premuta della detta tempera, va’ ugualmente sopra tutto il lavoro. 72. — Abbi una spugna gentile; lavala bene; e intignila in acqua ben chiara; priemila. Poi dove vuoi mettere d’oro, va’ fregando gentilmente con questa spugna non troppo bagnata. 131.

* Squasi. «Quasi.» E aombrare con pennello fatto di code di vaio, mozzetto e squasi sempre asciutto. 40.

Stagno battuto. Abbi poi colla con pezzuoli di stagno battuto, come quattrini, e cuopri bene dov’è ferro: e questo si fa, perchè la ruggine del ferro non passi mai sopra il gesso. 113.

bianco, «cioè, inargentato». Quando adorni di stagno o bianco, o dorato, che l’abbia a tagliare con coltellino; prima abbia un’asse ben pulita, di noce o di pero, o di susino, sottile non troppo, per ogni parte quadra, sì come un foglio reale. 97. — Ancora, se vuoi fare stelle d’oro fino, o mettere la diadema de’ santi, o adornare con coltellino,... ti conviene prima mettere l’oro fine in su lo stagno dorato 98.

dorato. «Tinto con vernice chiamata Doratura.» In muro i più hanno per usanza adornare con stagno dorato perchè è di meno spesa. 96. — Lo stagno dorato si fa in questo modo. Abbi un’asse lunga tre o quattro braccia, ben pulita; e ungesi con grasso o con sevo. Mettevisi su di questo stagno bianco poi con un licore che si chiama doratura, si mette sopra il detto stagno in tre o in quattro luoghi poco per luogo. 99.

giallo. Vedi Impronta.

Stagnuolo. «Stagno in foglia.» Adopera in suo cambio innanzi dello stagno battuto, o vogli stagnuoli. 95.

Stampa. Ungi la detta stampa con olio da bruciare, mettivi di questo gesso ben temperato e lascialo bene fredare. 125.