Il libro dell'arte/Capitolo XLVII
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Capitolo XLVII.
Della natura di un giallo ch’è chiamato orpimento.
Giallo è un colore che si chiama orpimento. Questo tal colore è artificiato, e fatto d’archimia, ed è propio tosco. Ed è di color più vago giallo; ed è simigliante all’oro, che color che sia. A lavorare in muro non è buono, nè in fresco nè con tempere, però che viene negro come vede l’aria. È buono molto a dipignere in palvesi e in lancie. Di questo colore mescolando con indaco baccadeo, fa color verde da erbe e da verdure. La sua tempera non vuol d’altro che di colla. Di questo colore si medicina gli sparvieri da certa malattia che vien loro. El detto colore è da prima il più rigido colore da triarlo, che sia nell’arte nostra. E però quando il vuo’ triarlo, metti quella quantità che vuoi in su la tua prieta; e con quella che tieni in mano, va’ a poco a poco lusingandolo a stringerlo dall’una pietra all’altra, mescolandovi un po’ di vetro di migliuòlo, perchè la polvere del vetro va ritraendo l’orpimento al greggio della pietra. Quando l’hai spolverato, mettivi su dell’acqua chiara, e trialo quanto puoi; chè se ’l triassi dieci anni, sempre è più perfetto. Guardati da imbrattartene la bocca, che non ne riceva danno alla persona.