Il libro dell'arte/Capitolo CLXXIII
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Capitolo CLXXIII.
Il modo di lavorare colla forma dipinti in panno.
Perchè all’arte del pennello ancora s’appartiene di certi lavorii dipinti in panno lino che son buoni da guarnelli di putti o ver fanciulli, e per certi leggii da chiese, el modo del lavorarli si è questo.
Abbi un telaio fatto sì come fusse una finestra impannata, lungo dua braccia, largo un braccio, confitto in su regoli pannolino o vuoi canovaccio. Quando vuoi dipignere il tuo pannolino una quantità di sei o di venti braccia, avvolgilo tutto, e metti la testa del detto panno in sul detto telaio; e abbi una tavola di noce o di pero, pur che sia di legname ben forte, e sia di spazio come sarebbe una prieta cotta o vero mattone: la quale tavoletta sia disegnata e cavata una grossa corda; nella quale vuole essere disegnato d’ogni ragione drappo di seta che vuoi, o di foglie o d’animali; e fa’ che sia in forma distagliata e disegnata, che le facce tra tutte e quattro vengano a riscontrarsi insieme e fare opera compiuta e legata; e vuole avere manico da poterla levare, e porre in su l’altra faccia che non è intagliata. Quando vuoi lavorare, togli un guanto in mano sinistra, e prima macina del negro di sermenti di vite, macinati sottilissimamente con acqua. Poi, asciutto perfettamente o con sole o con fuoco, puoi da capo macinarlo a secco, e mescolarlo con vernice liquida, tanto che sia bastevole; e con una mestoletta togli di questo negro, e spianatene su per la palma della mano, cioè sopra il guanto; e così ne va’ imbrattando l’asse dove è intagliata, bellamente, che l’intaglio non si riempiesse. Comincia, e mettila ordinata e gualiva, e sopra la detta tela distesa in sul telaro, e di sotto dal telaro: togli in mano destra una scudella o scudellino di legno, e col dosso frega fortemente per quello spazio quanto l’asse intagliata tiene; e quando hai tanto fregato, che credi bene che ’l colore sia bene incarnato colla tela o ver panno lino, leva la tua forma su, rimettivi colore da capo, e per grande ordine rimetti al detto modo tanto che compiutamente fornisca tutta la pezza. Questo lavorío richiede essere ordinato d’alcuno altro colore campeggiato in certi luoghi, perchè paia di più vista: onde ti conviene avere colori senza corpo, ciò è giallo, rosso, e verde. Il giallo: togli del zafferano e scaldane bene al fuoco e stemperalo con lisciva ben forte. Abbi poi un pennello di setole morbide e mozzetto. Distendi il panno dipinto in su uno desco o tavola, e va’ compartendo di questo giallo, o animali o figure, o fogliami, come a te parrà. Appresso togli del verzino, rasato con vetro; mettilo in molle in lisciva; fallo bollire con un poco di allume di roccia; fallo bollire un poco, tanto che venga che abbi il suo colore perfetto vermiglio. Levalo dal fuoco, che non si guasti; poi col detto pennello compartisci, sì come hai fatto il giallo. Poi togli del verderame, macinato con aceto e con un poco di zafferano temperato con una poca di colla non forte. Compartisci col detto pennello sì come hai fatto il giallo, e gli altri colori, e fa’ che sieno compartiti che si veggia d’ogni animale, gialli, rossi, verdi e bianchi.
Ancora, a lavorare il detto lavoro è buono abbruciare olio di semenza di lino, sì come addietro t’ho mostrato, e di quel nero, che è sottilissimo, tempera con vernice liquida; ed è perfettissimo e sottile negro: ma è di più costo. E ’l predetto lavoro è buono a lavorare in su tela verde, rossa, negra, e gialla, e azurra o vuoi biava. Se è verde, puoi lavorarla di minio o vuoi cinabro macinato sottilissimo con acqua. Seccalo bene e spolverezzalo e temperalo con vernice liquida. Metti questo colore in sul guanto, sì come fai del negro, e per quello medesimo modo lavora. Se è tela rossa, togli dell’indaco con biacca macinato sottilmente con acqua: asciugalo e seccalo al sole: poi lo spolverezza: temperalo con vernice liquida a modo usato, e per quello modo lavora che fai di negro. Se la tela è negra, la puoi lavorare d’un biavo ben chiaro, cioè biacca assai e poco indaco, mescolato, macinato e temperato, secondo usanza che detto t’ho degli altri colori. Se la tela è biava, togli della biacca macinata e riseccata e temperata secondo il modo delli altri colori. E generalmente secondo che truovi i campi, secondo tu puoi trovare altri colori svariati da quelli, e più chiari e più scuri, secondo che a te parrà che per tua fantasia possa comprendere; chè l’una cosa t’insegnerà l’altra, sì per pratica e sì per sapere d’intelletto. La ragione è, che ciascuna arte di sua natura è abile e piacevole: chi ne piglia, se n’ha, e simile per lo contrario avviene.