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la vita di catullo.

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raggio di rubargli l’amore;1inveisce contro Alfeno,2 contro Egnazio;3 contro i turpi frequentatori d’una taverna della suburra;4 vede un rivale in ogni uomo, e si scaglia a capo giù contro a tutti: l’anima sua è feroce come quella di Tiberio; vorrebbe che tutti i suoi nemici avessero un sol cuore, perch’egli potesse straziarlo più facilmente, soffocarlo nel fango sotto le suola delle sue scarpe.


VIII.


Nelle grandi passioni, come nelle grandi malattie, arrivati ad un certo punto, la natura si ricusa d’andare più in là: il cuore umano ha le sue colonne d’Ercole; la passione è come una scala a pioli: salito l’ultimo, bisogna ridiscendere, o precipitare. Quanti di noi, e quante volte nella vita abbiamo creduto, nell’acciecamento d’una passione, non esser più per noi un aiuto, uno scampo, una via di salute qualunque? Ma la natura, che non è sempre matrigna, fa sentire ad un tratto la sua voce, reclama i suoi diritti; al parossismo febbrile della passione tien dietro come una generale prostrazione di forze e di spirito, una specie d’inerzia immemore e salutare; l’istinto della conservazione vien fuori; l’animale la vince sull’uomo. Questo momento, provvidenziale, come direbbe un credente, venne an-

  1. Carm. XL.
  2. Carm. XXX.
  3. Carm. XXXIX.
  4. Carm. XXXVII.