Pagina:Campanella, Tommaso – Poesie, 1915 – BEIC 1777758.djvu/265

ANNOTAZIONI

SCELTA

Titolo. — «Settimontano Squilla» è pseudonimo di Tommaso Campanella, svelato in quei versi della stessa Scelta (p. 138)

.....tre canzon, nate a un parto
da questa mia settimontana testa
al suon dolente di pensosa squilla.

Giacché «Squilla» è traduzione di «Campanella»: trad. che il C. fece spesso del proprio cognome (cfr. pp. 43, 112, 178), che scrisse del resto svelatamente alla fine della strofa alla quale i tre versi cit. appartengono. «Settimontana» egli diceva la propria testa pei «sette monti», ricordati nella strofa precedente (p. 137); ossia per le sette prominenze che vi aveva, come si può vedere in una ricostruzione della testa del C. fatta a cura di Luigi Amabile, in un suo busto, conservato ora nel Museo di San Martino in Napoli. E si noti che «Squilla» fu chiamato il C. da Gaspare Scioppio nel suo carteggio con Giovanni Fabri; e «Septimontanus» si chiamò lo stesso C. in una lett. del 17 marzo 1609, pubbl. dall’Amabile, Fra T. C. ne’ castelli di Napoli, in Roma ed in Parigi, Napoli, Morano, 1887, ii, docc., p. 45. — «Cantica», al singolare, è italianizzamento che il C. fa del latino «Cantica» (plurale). Cosí nel De libris propriis (ed. Crenio, pp. 176 e 183) accenna a queste sue poesie, dicendo «ut in Canticis nostris apparent» e «partem Canticorum»; e dove dá come titolo (ivi, p. 177) dei sette libri, che ne scrisse, questo di «Cantica», esso è da tradurre: «Cantici». Cosí anche san Bernardo chiamava «Cantica» o «Cantica canticorum» il Cantico dei cantici, il cui commento il C. cita nella Scelta (p. 60) col titolo abbreviato di Cantica.