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scelta di poesie filosofiche | 137 |
giuoco dell’empia rabbia,
maniche a’ ferri usati a nostre doglie
l’ossa, e le cuoia spoglie;
de’ nostri sensi, testimoni e spie
false contra noi stessi; e ch’ogni lingua
l’altrui virtute estingua,
e fregi i vizi lor con dicerie,
vedrai da queste arpie
piú dal tuo tribunale.
Che pel tuo onor mia angoscia se non basta,
ti muova il comun male,
a cui la providenza piú sovrasta.
Narra tutti i guai, che da’ tiranni sono avvenuti a tutti uomini nel tempo presente e passato, e cosí da’ sofisti ed ipocriti. E nota che in senso mistico e metafisico dice assai, parlando di tutte le parti del nostro corpo serventi a quelli; ma con veritá delle false adulazioni e testimonianze, e che Dio ne vede piú ch’egli dice: e però si muova pel ben comune di tutti, se non per lui si muove, ecc.
madrigale 8
Se favor tanto a me non si dovea
per destino o per fallo,
sette monti, arti nuove e voglia ardente
perché m’hai dato a far la gran semblea,
e ’l primo albo cavallo,
con senno e pazienza tanta gente
vincere? Dunque mente
tanto stuol di profeti che tu mandi?
ed ogn’anima santa, che giá aspetta
veder la tua vendetta,
falsa sará per gloria di nefandi?
Piú prodigi e piú grandi