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578 | il filocolo |
Pag. 266: «... e ciò che noi abbiamo fatto, solamente fu perché la tua vita non si consumasse, che omai non fará», laddove il nostro testo legge: «... e ciò che noi abbiamo fatto, solamente perché la tua vita piú gloriosa si consumi, che oramai non fará, l’abbiamo adoperato».
Pag. 285: «... giá tolto avevano loro l’uno de’ timoni, e dell’altro stavano in grandissimo affanno», che i codici completano: «...in grandissimo affanno di guardare».
Pag. 285: «... baleni con pestilenzioni tuoni, i quali in alcuna parte ricevuti dalla nave, n’avevano ecc.», alla cui costruzione banale i codici sostituiscono: «... baleni ecc., i quali, in alcune parti colti della nave, n’avevano ecc.» .
A pag. 303 è tutto un periodo migliorato, che è assai importante per intendere l’intera pagina: «Come potrete mostrarne che amiamo quel che rubiamo piú che quel cui noi doniamo, conciosiacosa che tra i piú manifesti segni d’amare alcuna persona sia il donare?», cosí letto dai codici: «Come potrai tu mai mostrarne che io ami quella persona la quale io rubo piú che quella a cui io dono, con ciò sia cosa che tra i piú manifesti segni d’amore d’alcuna persona è il donare?».
Pag. 323: «... grandissimo dono è quell’onore che casta e buona la donna rende all’uomo», cosí corretto: «... grandissimo onore è quello che la castitá della buona donna rende all’uomo».
Pag. 343: «impossibile mi pare che la giovane etá... senza questo amore gentile trapassar possa», rettificato in: «... impossibile mi pare che la giovane etá senza questo amore sentire, trapassare possa».
Pag. 354: «E chi dubita che il pensiero non dimori nell’animo medesimo e l’occhio a quella non si trovi assai lontano? Benché elli per particolar virtú di lei abbiano la vista, e convenga loro per molti mezzi le loro proporzioni all’intelletto animale rendere?», laddove questo periodo oscuro e contorto trova una completa chiarificazione: «E chi dubita che il pensiero non dimori nell’anima