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574 | il filocolo |
e la lussuriosa Semiramis, ecc.», con quei richiami, cioè, che in altri punti dello stesso Filocolo ritornano raccostati.
Pag. 90: «Ma di questo male m’è piú cagione il mio crudel padre... O crudele padre, tu avrai interamente l’effetto delle parole da me dette. Esse questa mattina ti furono dolenti augurii, e oggi ti saranno dolenti portatrici del foco...». Il significato è assai stentato e lo stesso movimento sintattico non risponde all’uso boccaccesco, come invece risulta dal nostro testo: «Ma di questo male m’è piú cagione il mio crudel padre... O crudele padre tu l’avrai interamente! Le parole da me dette questa mattina ti saranno dolente augurio e oggi ti faranno dolente apportatore del foco...».
Pag. 95: «... dicendo che... mai piú per ozio o per vergogna non perderebbe, che egli non ispendesse il tempo in amorosi baci.» , dove è da leggere rimarrebbe, senza cui il periodo non ha senso.
Pag. 101: «E se egli avvenisse che io gliela negassi, e che egli occultamente se la prendesse...» , dove la correzione degli editori era suggerita dal senso dell’intera pagina, salvo che in questo modo l’espressione risulta banale. E invece: «E se egli avvenisse che io gliela donassi o che ecc.» , continuando le varie ipotesi che il re rivolge nella sua coscienza di padre.
Pag. 111. «Ma a me è avvenuto quello che avviene a chi scalda la serpe nel suo seno quando i freddi Aquiloni soffiano, che sí come egli è il primo da lei morso, cosí io per guiderdone dell’onore fattole sono stato da lei presso che morto; e morto m’avrebbe ella se ’l mio avvedimento non fosse stato.» , che la tradizione manoscritta legge con maggiore semplicitá e con piú vigore stilistico: «E di tutto questo a me è avvenuto come avviene a chi riscalda la serpe nel suo senso, quando i freddi Aquiloni soffiano, che egli è il primo da lei morso. Vedete che similmente ella in guiderdone del ricevuto onore m’ha voluto uccidere: e sí avrebbe ella fatto, se ’l vostro avvedimento non fosse suto».
Pag. 124: «quello ch’io ti ragionava, non lo ti porgeva che non ben conoscessi ch’io non diceva il vero...», in cui la lezione