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nota 365



da trascuranza o inesatta interpretazione dei segni di richiamo: II 119 «una donna la quale questa pestilenza presente ci ha tolta» (una giovane la quale q. p. p. ci a tolta donna, e cosí la vulg.; il passo fu ristabilito sostituendo «donna» al posto di «giovane» e sopprimendolo dopo «tolta», in base al seguente presupposto: in un ascendente di B prima fu scritto una giovane.... tolta, poi giovane, evidentemente improprio1, fu sostituito con donna, che fu registrato nel margine e richiamato al posto di giovane; chi copiò non tenne conto dei segni di chiamata, lasciò immutato giovane, ed inserí donna dopo tolta forse perché questa parola nell’antigrafo era l’ultima della riga e donna stava subito dopo nel margine alla stessa altezza), II 29615 «riguardiate che alla quantitá del dono» (riguardando che a. q. del don riguardiate; l’errore sará da spiegare cosí: il «considerando» che precede influí col suono perdurante nell’orecchio di un amanuense a tramutare riguardiate in riguardando, poi chi s’accorse dello sbaglio scrisse in margine la forma corretta e la richiamò al posto che le spettava, con la conseguenza che riguardando rimase e riguardiate entrò nel testo2), II 32414 «Adamo maschio ed Eva femina» (cristo maschio! quest’aberrazione non fu rilevata da nessuno: bastava avvistare la contiguitá del nome d’Eva e riflettere che Cristo è ricordato subito dopo mediante la perifrasi «Lui medesimo ecc.»; quel Cristo3 fu senza dubbio una chiosa esplicativa apposta proprio alla perifrasi e creduta poi correzione di «Adamo», al quale nome fu pertanto surrogato);

da duplicazione di parole o di sillabe: 1) immediatamente, I 3225 d’ogni cosa dogni cosa», I 6724 «intendo di dimostrare» (cfr. I 6233), I 796 «egli l’avergli» (egli gli avergli, che il Fanfani non ebbe il coraggio di escludere dalla vulg.4), I 14024 «che che degli uomini» (cfr, sei

    giungere lepidamente che esso invece «non ha bisogno di niuno de’ loro impiastri» (I, p. 210, n. 2). Come possa aver detto ciò in rapporto alla lezione accolta dalla vulg., è un mistero: tanto piú che a lui sfuggí come uno dei due legamenti relativi del tratto la quale sopra una colonna che rimanga senza dipendente; e non parliamo di quello straordinario iv’entro sostantivato, nel senso di il luogo di colá entro!

  1. Dico cosí, perché nel 1348, ossia al tempo della «pestilenza presente», la Nonna non poteva esser piú una giovane, se era «una fresca e bella giovane» (com’è detto due righe sotto) quando messer Diego della Ratta fu in Firenze come vicario del re di Napoli (1318), giusto trent’anni prima.
  2. In L fu soppresso del don ma senza vantaggio, anzi con ulteriore aggravamento; in G si legge riguardando che alla q. del dono il prendiate, accolto dalla vulg.: resta a sapere donde traessero questa lezione gli editori.
  3. La vulg. ha cosí: ma il Bembo, adducendo il passo nelle sue Prose della volgar lingua, aveva giá stampato «Adamo maschio» (c. lii v dell’ediz. principe del 1525), sia che ciò trovasse nel suo testo a penna (qui, p. 335, n. 1) sia che qui ricorresse all’emendamento.
  4. Cfr. I, p. 87, n. 2.