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34 | rime varie |
Poppe spingendo, asciutte
Quasi paion sull’acque
Sdrucciolar, cosí poco il mar ne inghiotte.1
Chi vien? qual luce inaspettata nacque
A rischiarar l’Americana notte?2
II.
Stansi in tenebre e lutto, afflitti e stanchi
Tra il servaggio e la morte,
Di libertà que’ figli generosi,
Cui, tranne il cor, tutto togliea la sorte:3
Non che pur l’oro manchi;
6Mai non l’usa virtú; ma, bisognosi
D’armi e di pan, pietosi
Già si guardan l’un l’altro, e in tacito atto
Per la patria morir l’uno l’altro giura.
Alle adorate mura
11Ove l’inopia a fine ha quasi tratto
Le spose e i figli, han fatto
Già il duro addio funesto:
Udir piangendo addomandar del pane
Suoi pargoletti e non ne aver, fia questo4
Il punto estremo di miserie umane.
III.
Or qual mai lingua dir, qual cor potría
Pensar la immensa gioia,
Che apportan lor l’alte velate antenne,5
Viste lontane in mare anzi che muoia
Del tutto il dí? Né fia
6Nemica squadra che a tal volo impenne6
- ↑ 12-14. Dante (Purg., II, 40):
E quei sen venne a riva
Con un vasello snelletto e leggiero
Tanto che l’acqua nulla ne inghiottiva. - ↑ 16. Forse il Foscolo ebbe presente questo verso allorché scrisse (Sepolcri, 119 e seg.):
Rapian gli amici una favilla al sole
A illuminar la sotterranea notte... - ↑ II. 4. Il Foscolo (Sepolcri, 184 seg.):
Armi e sostanze s’invadeano ed are
E patria e, tranne la memoria, tutto. - ↑ II. 15. È un verso preso in parte a prestito da Dante (Inf., XXXIII, 38 segg.):
Pianger sentii nel sonno i miei figliuoli,
Ch’eran con meco e dimandar del pane. - ↑ III. 3. Le velate antenne: cosí Fulvio Testi:
... Abila prescrisse
L’ultima mèta a le velate antenne. - ↑ 6. Impenne, sciolga, allarghi, come nel verso del Filicaia, nella Canzone a Giovanni III re di Polonia.
E quei, che a’ Venti le grand’ale impenna,
Quei la spada a te regge, a me la penna.