Opere volgari (Alberti)/Nota sul testo (volume II)/Naufragus
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VIII
NAUFRAGUS
A) TESTIMONIANZE
manoscritto
Cod. Moreni 2 (M), cc. 60r-67r, con correzioni dell’autore. Per la descrizione v. sopra a pp. 405 sgg.
EDIZIONE
G. Mancini, Una intercenale inedita di L. B. Alberti, in «Giorn. stor. d. lett. ital.», XLI, 1913, pp. 318-231.
b) Redazione latina
MANOSCRITTO
Cod. legato insieme con un esemplare del De civitate Dei di s. Agostino, Venezia, 1475; fatto conoscere per primo da E. Garin, Venticinque intercenali inedite e sconosciute di L. B. Alberti, in «Belfagor», XIX, 1964, pp. 377-96.
EDIZIONE
L. B. Alberti, Intercenali inedite, a cura di E. Garin, Istituto Naz. di Studi sul Rinascimento, Firenze, 1965 (Quaderni di ((Rinascimento»), pp. 83-90.
I) LA PRESENTE EDIZIONE
Come per l’Uxoria diamo il testo in doppia redazione. Nel riprodurre il testo volgare dall’unico codice riveduto dall’autore ci siamo permessi di intervenire in un solo caso per correggere la lezione del manoscritto: p. 357, 22-23, dove per evidente svista due verbi figurano in terza persona singolare del passato remoto anziché in prima (prese, svelse). Per la grafia valgono le norme già esposte nel vol. I. Va notato però che nel cod. M la prima persona plurale del passato remoto e del condizionale ha sempre la m semplice nella desinenza (pregamo, sentimo, saremo, ecc.). Tra i latinismi grafici modernizzati vanno segnalati: subvertita e subversa, obsistere, adiuntissimo, excidio, qui resi con -vv‐, -ss‐, -g‐, -cc-.
Notiamo qui gli interventi dell’autore sul cod. M per correggere o emendare la lezione del testo:
p. 349 | 15. dalla tempesta agg. m. a. |
p. 351 | 11. che agg. m. a. |
p. 355 | 16-17. sui due casi di è verbo figura, suppongo aggiunto dall’Alberti, lo spirito aspro greco. Per questo particolare grafico albertiano cfr. L. B. Alberti, La prima grammatica del volgare, a cura di C. Grayson, Bologna, 1964, p. xxxii sgg. |
p. 357 | 4. prima agg. m. a. |
p. 363 | 17. a noi e’ pescatori agg. m. a. |
Dobbiamo il testo latino qui stampato alla squisita cortesia del prof. Garin, che ha voluto gentilmente mandarci copia delle bozze corrette della sua edizione prima della pubblicazione. Ne riportiamo qui il breve apparato critico che la correda:
p. 350, | 5 | mari |
17-21 | Ovid. Ex Ponto, I, 6, 29 sgg. («haec dea, cum fugerent sceleratas numina terras, / in diis invisa sola remansit humo. / ... Haec facit ut, videat cum terras undique nullas, / naufragus in mediis bracchia iactet aquis. / ... Carcere dicuntur clausi sperare salutem; / atque aliquis pendens in cruce vota facit»). | |
p. 352, | 25-26 | Verg. Aen., VI, 276. |
p. 358, | 10 | Sil., II, 620 («perpessaeque ultima vitae»). |
p. 360, | 25 | mentiatur. |
26 | a piscatoribus | |
p. 362, | 29 | differres. |
- ↑ Il Mancini, inquadrando brevemente l’opuscolo tra le altre intercenali albertiane, opina che il Naufragus sia stato «come le altre scritto in latino e traslatato in italiano da un contemporaneo dell’Alberti, o da un letterato vissuto poco tempo dopo». Le condizioni in cui esso si legge nel cod. M e il caso analogo dell’Uxoria fanno credere invece che la redazione volgare sia certamente opera dell’Alberti.