Opere minori (Ariosto)/Rime varie/Sonetto XI

Sonetto XI

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Sonetto XI.1


     Quando prima i crin d’oro e la dolcezza
Vidi degli occhi, e le odorate rose
Delle purpuree labbra, e l’altre cose
4Che in me creâr di voi tanta vaghezza;
     Pensai che maggior fosse la bellezza
Di quanti pregi il ciel, donna, in voi pose,
Ch’ogni altro alla mia vista si nascose,
8Troppo a mirar in questa luce avvezza.
     Ma poi con sì gran prova il chiaro ingegno
Mi si mostrò, che rimaner in forse
11Mi fe che suo non fosse il primo lôco.
     Chi sia maggior non so: so ben che poco
Son disuguali, e so che a questo segno
14Altro ingegno o bellezza unqua non sorse.


Note

  1. Si tiene dettato anche questo per la donna del suo cuore, Alessandra.