Opere (Lorenzo de' Medici)/XIV. Simposio ovvero i beoni/Capitolo VIII.

Capitolo VIII.

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CAPITOLO VIII


     Come un catin di mal rappreso latte,
quando chi ’l porta non misura i passi,
triema tutto nel vaso e si dibatte;
     cosí i poli al piovan vegnenti e grassi
diguazzando si van pel mal cammino,5
perch’e’ poneva i piè or alti or bassi.
     Come un fanciul porta un bicchier di vino,
che lo dibatte sí che l’ugna intigne
e ’l dito con che all’orlo ha fatto uncino;
     cosí il piovan onde si sfibbia e scigne,10
ambo le calze alle ginocchia avvolse,
e per trovar la sete i passi strigne.
     Né pria le stiene alli nostri occhi volse,
che ci pareva al culo un capriuolo
per la gran saponata che vi accolse.15
     Io lascio ch’egli avea nel carnaiuolo
un po’ di stienal secco e un’aringa,
una ghiera di cacio, un salsicciuolo,
     quattro acciughe legate ad una stringa;
e tutte si cocevan nel sudore.20
Io non so come meglio io tel dipinga.
     Cosí passò il piovano a grand’onore
col cul ballando e con qualche coreggia
sonando sí che si sentia l’odore.
     Un che mangiato par dalla marmeggia25
soggiunse: — E s’egli avesse un fuso in bocca,
vedresti il viso proprio d’un’acceggia.

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     Quest’è ’l piovan Arlotto e non gli tocca
il nome indarno; né fu posto al vento
sí come nelle secchie mai die’ in brocca.30
     Costui non s’inginocchia al Sacramento
quando si lieva, se non v’è buon vino,
perché non crede che Iddio vi sia drento.
     E come giá per miracol divino
Iosué fermò il sol contra natura,35
cosí costui e insieme un suo vicino
     fermò la notte tenebrosa e scura;
e scambioron un dí, e se ben miro,
e la notte seguente: odi sciagura!
     Il primo dí un certo armaro aprîro,40
pensando loro una finestra aprire;
scuro vedendo, al letto rifuggîro.
     Volle Iddio che levossi da dormire
quel della casa e mostrò loro il giorno,
ché cosí ben si potevon morire:45
     e cosí il terzo dí resuscitorno;
benché pria che ’l secondo fussin desti,
perché dormendo de’ tre dí toccorno. —
     Cosí passò il piovan, mentre che questi
ragionamenti si facean tra nui.50
Allor fûrno ad un altro gli occhi presti:
     e dissi: — O ser Bracciata, chi è costui
che ha seco in compagnia da’ sei agli otto,
che son come satelliti con lui?
     Perché va ei cosí largo di sotto?55
Dimmi, ser Unto, perché lui cammina
come un fanciul che s’ha cacato sotto?
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