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188 xiv - simposio ovvero i beoni

     Quest’è ’l piovan Arlotto e non gli tocca
il nome indarno; né fu posto al vento
sí come nelle secchie mai die’ in brocca.30
     Costui non s’inginocchia al Sacramento
quando si lieva, se non v’è buon vino,
perché non crede che Iddio vi sia drento.
     E come giá per miracol divino
Iosué fermò il sol contra natura,35
cosí costui e insieme un suo vicino
     fermò la notte tenebrosa e scura;
e scambioron un dí, e se ben miro,
e la notte seguente: odi sciagura!
     Il primo dí un certo armaro aprîro,40
pensando loro una finestra aprire;
scuro vedendo, al letto rifuggîro.
     Volle Iddio che levossi da dormire
quel della casa e mostrò loro il giorno,
ché cosí ben si potevon morire:45
     e cosí il terzo dí resuscitorno;
benché pria che ’l secondo fussin desti,
perché dormendo de’ tre dí toccorno. —
     Cosí passò il piovan, mentre che questi
ragionamenti si facean tra nui.50
Allor fûrno ad un altro gli occhi presti:
     e dissi: — O ser Bracciata, chi è costui
che ha seco in compagnia da’ sei agli otto,
che son come satelliti con lui?
     Perché va ei cosí largo di sotto?55
Dimmi, ser Unto, perché lui cammina
come un fanciul che s’ha cacato sotto?
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