Omè, che io mi sento sí smarrito

Pieraccio Tedaldi

Aldo Francesco Massera 1916 Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. II, 1920 – BEIC 1928827.djvu sonetti Omè, che io mi sento sí smarrito Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

E piccoli fiorin d'argento e d'oro Tal si solea per me levare in piede
Questo testo fa parte della raccolta XXIV. Pieraccio Tedaldi
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XIII

Quello, che gli segue, quando gli mancano i denari e quando ne ha.

Omè, che io mi sento si smarrito,
quand’io non ho danar ne la scarsella:
dove sia gente a dir qualche novella,
4i’non son quasi di parlare ardito!
E, se io parlo, i’ son mostrato a dito,
c sento dirmi: — Ve’ quanto e’ favella! —
I’ perdo il cuor combina femminella,
8si, ch’io divengo tutto sbigottito.
E, quando i’ ho danari in abbondanza
in borsa, in iscarsella o paltoniera,
11i’sono ardito ed ho di dir baldanza;
dinanzi ho ’l cerchio e di driet’ho la schiera
di gente assai, che ciascuno ha speranza
14ch’io lo sovvenga per qualche maniera.