Ognor che del Benaco io vengo e torno
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Questo testo fa parte della raccolta Bartolomeo Dotti
IX
A SIRMIONE
Ognor che del Benaco io vengo e torno
per questa inferïor pendice aprica,
in te fiso le luci, o Sirmio antica,
giá di Catullo mio dolce soggiorno.
Tu, penisola umíl, che sporgi il corno
da la terra e da l’acque a gran fatica,
sí nota sei, mercé la musa amica,
che a piú province, a piú cittá fai scorno.
Quel cigno fu di nominarti vago,
e col nomarti sol fu sí fecondo,
che fece del tuo nulla un’ampia imago.
Cosí ti pose per destin secondo
una striscia di terra in braccio al lago,
una striscia di penna in faccia al mondo.