Rime varie (Alfieri, 1912)/XV. Povero vuol essere il Poeta, ma libero
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
XV. Povero vuol essere il Poeta, ma libero
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XV [xxxvii].1
Povero vuol essere il Poeta, ma libero.
Oggi ha sei lustri, appié del colle ameno
Che al Tanaro tardissimo sovrasta,
Dove Pompeo piantò sua nobil asta,
4L’aure prime io bevea del dí sereno.2
Nato e cresciuto a rio servaggio in seno,
Pur dire osai: Servir, l’alma mi guasta;
Loco, ove solo un contra tutti basta,3
8Patria non m’è, benché natío terreno.
Altre leggi, altro cielo, infra altra gente4
Mi dian scarso, ma libero ricetto,
11Ov’io pensare e dir possa altamente.5
Esci dunque, o timore, esci dal petto
Mio, che attristasti già sí lungamente;
14Meco albergar non déi sotto umil tetto.
Note
- ↑ Questo sonetto fu composto il 31 dicembre 1778, allorché l’A. era tutto intento a stipulare i termini e le modalità della famosa donazione del suo patrimonio alla sorella, per disvallarsi, mediante essa, dal nativo Piemonte.
- ↑ 1-4. Oggi ha sei lustri — l’A. nacque il 16 gennaio 1749, sicchè a raggiungere i sei lustri gli mancavano soli quindici giorni. — Scrive Giov. Ardesco Molina al libro III, 1 delle Notizie storiche profane della Città di Asti, in Asti, MDCCLXXIV, appresso Francesco Pila: «.... mentre ritornava Pompeo dalle Spagne.... e passando per Asti, disceso che fu per le Alpi per restituirsi a Roma, ivi veggendo distrutta affatto questa Città, ed alcuni abitatori che tornati al suol natio piangevano sopra le sue rovine, considerando egli che tal danno avessero sofferto per immediata conseguenza degli aiuti, che diedero a’ Romani contro de’ Galli, e riflettendo pure che il sito, dov’era piantata, fosse proprio servire di un forte antemurale contro de’ Barbari Alpini, che di frequente scendevano a devastar l’Italia, e molto per essa si dilatavano non incontrando ostacoli; sperando finalmente ove fosse ridotta in buon essere d’avere in lei una città molto affezionata, determinò tosto di volerla ristaurare in modo, che fosse piú atta a resistere in tempo delle scorrerie di que’ Barbari, ed alle quali dopo la città di Pollenza, era questa la prima esposta per essere di qua dal Po situata. Con tal disegno passò Pompeo per mezzo alle ancor fresche rovine, e fermandosi nel sito dove prima eravi la piazza, piantò ivi l’asta sua con dire: Hic hastam meam planto: haec erit hasta mea; alludendo cosí al nome della stessa città, che Asti di già chiamavasi». — Tardissimo è da riferirsi a colle, nel significato di lentissimo.
- ↑ 7. Basta, ha forza, potenza.
- ↑ 9. Intorno alla severità delle leggi piemontesi, specialmente in fatto di stampa, vegg. la nota al verso ottavo del son. Negri panni, che sete ognor di lutto....
- ↑ 11. Altamente, con alti sensi.