Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Pe 'l Chiarone da Civitavecchia leggendo il Marlowe

Delle Odi Barbare Libro II
Pe 'l Chiarone da Civitavecchia leggendo il Marlowe

../Una sera di san Pietro ../Alla mensa dell'amico IncludiIntestazione 6 febbraio 2012 100% poesie

Delle Odi Barbare Libro II
Pe 'l Chiarone da Civitavecchia leggendo il Marlowe
Delle Odi Barbare Libro II - Una sera di san Pietro Delle Odi Barbare Libro II - Alla mensa dell'amico
[p. 884 modifica]



PE ’L CHIARONE DA CIVITAVECCHIA

leggendo il marlowe


Calvi, aggrondati, ricurvi, sí come becchini a la fossa
stan radi alberi in cerchio de la sucida riva.

Stendonsi livide l’acque in linea lunga che trema
sotto squallido cielo per la lugubre macchia.4

Bevon le nubi dal mare con pendule trombe, ed il sole
piove sprazzi di riso torbido sovra i poggi.

I poggi sembrano capi di tignosi ne l’ospitale,
l’un fastidisce l’altro da’ finitimi letti.8

Scattan su da un cespuglio co ’l guizzo di frecce mancate
due neri uccelli: cala con pigre ruote un falco.

[p. 885 modifica]

Corrono, mentr’ io leggo Marlowe, le smunte cavalle
de la vettura: il sole scema, la pioggia freme.12

Ed ecco a poco a poco la selva infóscasi orrenda,
la selva, o Dante, d’alberi e di spiriti,

dove tra piante strane tu strane ascoltasti querele,
dove troncasti il pruno ch’era Pier de la Vigna.16

Io leggo ancora Marlowe. Dal reo verso bieco simíle
a sogno d’uomo cui molta birra gravi,

d’odii et incèsti e morti balzando tra forme angosciose
esala un vapor acre d’orrida tristizïa,20

che sale e fuma, e misto a l’aer maligno feconda
di mostri intorno le pendenti nuvole,

crocida in fondo a’ fossi, ferrugigno ghigna ne’ bronchi,
filtra con la pioggia per l’ossa stanche. Io tremo.24

Ah quei pini che il vento che il mare curvaron tanti anni
paiono traer guai contro di me: — Che importa

[p. 886 modifica]

— dicon — tendere a l’alto? che vale combatter? che giova
amare? Il fato passa ed abbassa. — Ma tu,28

tu sughero triste che a terra schiacciato rialzi
il capo, reo gobbo, bestemmïando Iddio,

perché mi tendi minaccioso le braccia tue torte?
che colpa ho io ne ’l fato che ti danna?32

E voi, lunghe ne ’l mezzo del tetro recinto alberelle,
co’ rami spioventi, quasi canute chiome,

siete alberelle voi? siete le tre fiere sorelle
che aspettar Macbeth su la fatale via?36

Odo pauroso carme che voi bisbigliate co’ venti,
di rospi, di serpi, di sanguinanti cuori.

Guglielmo, re de’ poeti da l’ardüa fronte serena,
perché mi mandi lugubri messaggi?40

Io non uccisi il sonno, ben gli altri a me spensero il cuore:
non cerco un regno, io solo chieggo al mondo l’oblío.

Oblío? no, vendetta. Cadaveri antichi, pensieri
che tutti una ferita mostrate aperta e tutti44

[p. 887 modifica]

a tradimento, su! su da ’l cimitero del petto,
su date a’ venti i vostri veli funebri.

Qui raduniam consiglio, qui ne l’orribile spazzo,
a l’ombre ignave, su le mortifere acque.48

Qui gonfia di serpi tra ’l fior bianco e giallo la terra,
pregna di veleni qui primavera ride.

Rida ubriaco il verso di gioia maligna; com’angue,
strisci, si attorca, snodisi tra i sibili.52

Volate, volate, canzoni vampire, cercando
i cuor’ che amammo: sangue per sangue sia.

Ma che? Disvelasi lunge superbo a veder l’Argentaro
lento scendendo ne ’l Tirreno cerulo.56

Il sole illustra le cime. Là in fondo sono i miei colli,
con la serena vista, con le memorie pie.

Ivi m’arrise fanciullo la diva sembianza d’Omero.
Via, tu, Marlowe, a l’acque! tu, selva infame, addio.60