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Delle Odi Barbare Libro I
Il liuto e la lira - A Margherita regina d’Italia

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Delle Odi Barbare Libro I
Il liuto e la lira - A Margherita regina d’Italia
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IL LIUTO E LA LIRA

a margherita regina d'italia


Quando la Donna Sabauda il fulgido
sguardo al lïuto reca e su ’l memore
ministro d’eroici lai
la mano e l’inclita fronte piega,4

commove un conscio spirito l’agili
corde, e dal seno concavo mistico
la musa de’ tempi che furo
sale aspersa di faville d’oro;8

e un coro e un canto di forme aeree,
quali già vide l’Alighier movere
ne’ giri d’armonica stanza,
cinge l’italica Margherita.112

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“Io — dice l’una, cui la cesarie
inonda bionda gli omeri nivei
e gli occhi natanti nel lume
de l’estasi chiedono le sfere — 16

io son, regina, — dice ― la nobile
Canzone; e a’ cieli volai da l’anima
di Dante, quand’egli nel maggio
angeli e spiriti lineava.20

Io del Petrarca sovra le lacrime
passai tingendo d’azzurro l’aere
e accesi corone di stelle
in su l’aurea treccia d’Avignone.24

Non mai piú alto sospiro d’anime
surse dal canto. Di te le laudi
a’ due leverò che l’Italia
poeti massimi rivelaro„.28

“A me la terra piace ― nel cantico
una seconda balzando applaude
con l’asta e lo scudo, e da l’elmo
fósca fugge a’ venti la criniera — .32

Piace, se lampi d’acciaio solcano
se ferrei nembi rompono l’aere
e cadon le insegne davanti
al flutto e a l’impeto de’ cavalli.36

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A cui la morte teme non ridono
le muse in cielo, quaggiú le vergini.
Avanti, Savoia! non anche
tutta désti la bandiera al vento.40

La Sirventese sono. A me l’aquila
che da Superga rivola al Tevere
e i folgori stringe severa
dritta ne l’iride tricolore„.44

“Ed io ― la terza dice, di mammole
vïole un cerchio tessendo, e semplice
di rose e ligustri il sembiante
ombra sotto la castanea chioma — 48

la Pastorella sono. Di facili
amori e sdegni, danze e tripudii,
non piú rendo gli echi: una nube
va di tristizïa su la terra.52

A te da’ verdi mugghianti pascoli,
da’ biondi campi, da le pomifere
colline, da’ boschi sonanti
di scuri e dal fumo de’ tuguri,56

io reco il blando riso de’ parvoli,
di spose e figlie reco le lacrime
e i cenni de’ capi canuti
che ti salutano pïa madre„.60

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Tali, o Signora, forme e fantasimi
a voi d’intorno cantando volano
dal vago liuto: a la lira
io li do di Roma imperïante,64

qui dove l’Alpi de le virginee
cime piú al sole diffusa raggiano
la bianca letizia da immenso
circolo, e cerula tra l’argento68

per i tonanti varchi precipita
la Dora a valle cercando Italia,
e sceser vostri avi ferrati
con la spada e con la bianca croce.72

Dal grande altare nival gli spiriti
del Montebianco sorgono attoniti,
a udire l’eloquio di Dante,
ne’ ritmi fulgidi di Venosa,76

dopo cotanto strazio barbarico
ponendo verde sempre di gloria
il lauro di Livia a la fronte
de la Sabauda Margherita,80

a voi, traverso l’onde de i secoli,
di due forti evi ricantar l’anima,
o figlia e regina del sacro
rinnovato popolo latino.84



Note

  1. [p. 894 modifica]Quest’ode composta in Courmayeur fu pensata in Roma, nell’occasione che il prof. Chilesotti l’8 maggio del 1889 nella sala Palestrina parlò della musica dei secoli xv e xvi, presente la Regina Margherita. Ivi, tra gli altri strumenti musicali, erano due liuti della Regina: la quale ebbe allora la gentile curiosità di conoscere l’arte del liuto e l’uso d’esso nella poesia italiana e provenzale.