Odi (Anacreonte)/Ode XXIX
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AL PITTORE CHE DIPINGA BATILLO.
Buon Pittor, com’io t’insegno,
Deh mi pingi il vago aspetto
Di Batillo mio diletto,
4Che in bellezza egual non ha.
Fa’ la chioma rilucente,
Dentro oscura e fuori bionda,
Che in anelli si diffonda
8Per le spalle in libertà.
Sotto fronte delicata
Piega in arco il ciglio altero:
L’occhio sia vivace e nero,
12Che minacci, e desti amor.
A Gradivo, a Citerea
Rassomigli e l’occhio e il ciglio;
Ma che il cor resti in periglio
16Fra la speme e fra il timor.
Come rosa verginella,
Sia la guancia colorita,
Di lanugine vestita
20Come pomo porporin.
Spiri questa e quella gota
Verecondo un bel rossore,
Che in ogni alma, in ogni core
24S’apra incognito cammin.
Quel bel labbro tumidetto,
Quel bel labbro sì facondo,
Io diffido, io mi confondo,
28Disegnarti, o buon Pittor.
Basta, ascolta: esprimer dei
Un’immagine che tace;
Ma il silenzio sia loquace,
32Ma tacendo parli ancor.
Lascia il volto: il collo bianco
Vinca quel del vago Adone;
Nel difficil paragone
36Tutto adopra il tuo Saper.
Abbia il petto, abbia le mani
Bianche, picciole, gentili,
Ed a quelle sien simili
40Del celeste Messaggier.
A Polluce egual, dipingi
Il bel fianco rilevato,
E si vegga effigiato
44Il bel grembo, a Bacco egual.
Su quel fianco, da cui spira
Nuovo ardor, delizie nuove,
Già d’Amor pronto alle pruove
48Pingerai l’amico stral.
Troppo l’arte è invidiosa,
Se da lei non t’è permesso
Co’ colori a un tempo stesso
52Anche gli omeri mostrar.
Il bel piè.... ma che favello,
Se già veggo io quì l’immago?
Dammi questa, e sarò pago;
56Chiedi poi che sai bramar.
L’armi togli a questo Apollo
Che dipinto hai tu per Samo,
E l’immagine ch’io bramo
60Di Batillo allor sarà.
Giunto a Samo un giorno poi,
Di Batillo al fianco al collo
Rendi l’armi, e allora Apollo
64Quest’effigie tornerà.